Anna Frank, ecco la (vera) telefonata di Claudio Lotito

Il retroscena sulla chiamata incriminata di Claudio Lotito prima dell'arrivo di fronte alla sinagoga per scusarsi per le foto di Anna Frank con la maglia della Roma

Anna Frank, ecco la (vera) telefonata di Claudio Lotito

Un altro retroscena su Claudio Lotito. Dopo la polemica sull'adesivo raffigurante Anna Frank con la maglia giallorossa della Roma, il presidente della Lazio si era recato in sinagoga nella Capitale per portare i suoi omaggi alla comunità ebraica e condannare il gesto. Il Messaggero, però, ha pubblicato la registrazione di unatelefonata dall'aeroporto in cui il patron biancoceleste avrebbe detto: "Andiamo a fa 'sta pagliacciata".

Secondo il Tempo, però, la ricostruzione sarebbe sbagliata. O almeno estrapolata dal contesto. Lotito in quel momento era al telefono con Vittorio Pavoncello, presidente del Maccabi Roma ed esponente del mondo sportivo ebraico. Il presidente della Lazio voleva fare in modo di poter portare la corona di fiori alla presenza di qualcuno della sinagoga, proprio per segnare la distanza con gli insulti antisemiti della curva laziale.

Nel giro di telefonate, come riporta il Tempo, Lotito avrebbe sentito anche Arturo Diaconale e Stefano De Martino responsabili dell' ufficio stampa biancoceleste. Lotito avrebbe voluto incontrare la comunità ebraica, senza però riuscire a organizzare un contatto. Non solo. A fianco di Lotito viaggiava in aereo anche il deputato del Pd Dario Ginefra, che se in un primo momento ha negato di aver sentito la telefonata, una volta uscito l'audio del Messaggero ha fatto un piccolo passo indietro.

A consigliare a Lotito di portare una corona di fiori in segno di rispetto sarebbe stato proprio Pavoncello. Decisi per i fiori, i vertici della Lazio avrebbero provato a contattare i vertici della comunità per fare in modo che ci fosse qualche esponente a presenziare. Ma alla fine non è stato possibile. Dopo un frenetico giro di telefonate, con cui Diaconale prova anche a contattare il presidente Ruth Dureghello, si arriva alla fatidica chiamata registrata dal Messaggero.

"Stando a quanto ricostruito da Il Tempo e dall' ufficio legale di Lotito pronto a una raffica di querele - si legge nel quotidiano romano - l' audio incriminato (estrapolato dal contesto) in realtà andrebbe interpretato al contario. E cioè quando Pavoncello conferma per l' ennesima volta a Lotito che le personalità della comunità ebraica sono all' estero o non disponibili, ecco Lotito sbottare: ma se non c' è nessuno che vado a fare, una sceneggiata? Frase ripetuta più volte in più telefonate. Fonti molto vicine alla società confermano a Il Tempo che Pavoncello avrebbe suggerito a Lotito di andare lo stesso a posare la corona perché comunque, alla fine, qualcuno si sarebbe fatto vedere. Lotito avrebbe detto sì, poi però ci avrebbe ripensato. E nel richiedere invano ulteriori rassicurazioni è finito per scontrarsi con la richiesta, velata, di rinunciare alla posa dei fiori".

Lotito insomma si sarebbe lamentato del "rifiuto" o dell'indisponibilità a presenziare da parte della comunità ebraica. Voleva un gesto forte, il presidente, e senza un solo esponente ebraico la cosa sarebbe stata meno convincente. Da qui si arriva al termine "sceneggiata" che tanto ha fatto discutere.

Secondo il Tempo il significato di quella parola sta a significare che "senza nessun membro della Comunità, presentarsi davanti alla Sinagoga sarebbe servito a poco anche per dare un ulteriore se gnale, rispetto agli atti già compiuti nel passato, per i tifosi più estremisti della Lazio". La sceneggiata, insomma, riferita al fatto che portare solo i fiori per Lotito sarebbe stato troppo poco. Avrebbe voluto incontrare la comunità ebraica.

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