Appalti e tangenti a Ischia, la coop "oliava" il sindaco Pd

Appalti e tangenti a Ischia: pioggia di arresti. La storica cooperativa rossa "oliava" il sindaco del Pd Ferrandino e stringeva accordi con i Casalesi

Appalti e tangenti a Ischia, la coop "oliava" il sindaco Pd

La stipula fittizia di due convenzioni nell’albergo della famiglia per un totale di 330 mila euro, l’assunzione come consulente del fratello e almeno un viaggio in Tunisia. Sarebbe stato questo il "prezzo" pagato dalla CPL Concordia, cooperativa storica nata nel 1899 e con 1.800 addetti, per la corruzione del sindaco di Ischia, Giuseppe "Giosi" Ferrandino (Pd), finito in manette nell’ambito dell’inchiesta della procura di Napoli condotta dai carabinieri del Comando Tutela Ambiente. "Ferrandino - spiega l'accusa - era diventato una sorta di factotum al soldo della CPL". I dirigenti della cooperativa avrebbero fatto "sistematico ricorso ad un modello organizzativo ispirato alla corruzione che li ha portati ad accordarsi non solo con i sindaci, gli amministratori locali e i pubblici funzionari, ma anche con esponenti della criminalità organizzata casertana e con gli amministratori legali a tali ambienti criminali".

In cambio dei "favori" di Ferrandino per l’assegnazione dei lavori di metanizzazione dell’isola, la CPL Concordia avrebbe stipulato due "fittizie convenzioni" (ciascuna da 165 mila euro) con l’Hotel Le Querce di Ischia, di proprietà della famiglia del sindaco, ciascuna da 165 mila euro, a fronte della "messa a disposizione" di alcune stanze durante le stagioni estive 2013 e 2014 per i dipendenti della società modenese. Altre "utilità" ottenute dal sindaco sarebbero state l’assunzione del fratello, Massimo Ferrandino, quale consulente della CPL Concordia e almeno un viaggio tutto spesato in Tunisia. Secondo l’accusa sarebbe stato proprio grazie all'interessamento del sindaco piddì e alla complicità dell’architetto Silvano Arcamone, dirigente dell’ufficio tecnico di Ischia, che l’appalto di metanizzazione dello stesso Comune (capofila del progetto) e di quelli di Lacco Ameno e Casamicciola Terme è stato affidato alla CPL. La cooperativa avrebbe provveduto al pagamento attingendo a dei fondi neri costituiti mediante l’emissione di fatture per operazioni inesistenti con una società tunisina (la Tunita sarl) riconducibile a Francesco Simone, responsabile delle relazioni istituzionali del gruppo CPL Concordia, definito dagli inquirenti "personaggio chiave" della vicenda, con un ruolo di primo piano nella presunta associazione a delinquere attiva non solo nell’appalto di Ischia, ma in numerosi altri, soprattutto in Campania.

L'iscrizione nel registro degli indagati dell’ex presidente della CPL, Roberto Casari, risale a un mese fa. L'accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta sui lavori di metanizzazione compiuti tra il 1999 e il 2003 a Casal di Principe e in altri sei comuni del Casertano. "Opere realizzate non a norma, con rischi per la sicurezza dei cittadini", sostiene la Dda di Napoli, dopo le dichiarazioni rilasciate nel giugno 2014 dal pentito Antonio Iovine. Secondo l’ipotesi accusatoria, la CPL si sarebbe aggiudicata l’appalto con l’appoggio della fazione dei Casalesi guidata da Michele Zagaria. I subappalti sarebbero stati poi distribuiti alle ditte locali indicate dai boss. Zagaria ne ha fatto un elenco dettagliato, indicando anche le anomalie sullo svolgimento dei lavori. Anomalie che i magistrati hanno voluto verificare, inviando di recente le ruspe a Casal di Principe: dagli scavi, coordinati dai carabinieri del Noe di Caserta ed effettuati in corso Umberto, in pieno centro, è emerso che le tubature erano state interrate a 30 centimetri di profondità invece che ai 60 previsti dalla normativa, mettendo quindi a rischio la sicurezza della popolazione.

Nell’ordinanza di custodia cautelare relativa alle tangenti che sarebbero state pagate per la metanizzazione di Ischia non si entra nel merito dei presunti collegamenti tra la CPL e la criminalità organizzata, oggetto di altra indagine. Anche i brani delle intercettazioni, quando gli arrestati toccano questo argomento, sono coperti da omissis.

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