Rubare e avere la solidarietà dei sindacati. Succede in Italia, nella Capitale, più precisamente alla biglietteria Atac di Roma-Lido. Prima 300 euro, poi 1500 e così via. Dalle casse della biglietteria Atac nel giro di qualche settimana sono spariti 5000 euro. Solo un errore di conti? Capita che nella rendicontazione venga calcolata male la differenza tra biglietti staccati e incassi, ma di solito la differenza è di poche decine di euro, non centinaia o migliaia. Questo ha fatto insospettire l'azienda che, indagando più a fondo ha scoperto che i soldi sparivano, coincidenza, durante i turni di una addetta alle vendite. La decisione è stata immediata: sospensione della retribuzione. Peccato che i sindacati si siano messi subito di traverso, proclamando lo "stato di agitazione" per solidarizzare con la lavoratrice.
"Non ho rubato niente", si è difesa lei. "Ci saranno stati errori nei conteggi. Capita", avrebbe detto secondo il Messaggero che ha riportato la notizia. La commissione disciplinare interna è al lavoro. Di solito l'azienda chiede alle persone di turno di rimborsare l'ammanco e probabilmente chiederà lo stesso anche alla donna sospettata di aver rubato l'incasso. Ma rischia di più. Rischia il licenziamento.
Cgil, Cisl e Uil hanno subito inviato una lettera agli uffici del personale in cui annunciano l'avvio delle procedure per dichiarare lo stato di agitazione nelle biglietterie di Roma-Lido. Una presa di posizione legittima, ma che fa storcere il naso davanti all'inchiesta interna all'Atac svelata solo due mesi fa dal Messaggero: almeno 350 dipendenti sugli oltre 11 mila sono imparentati con un sindacalista.
Non a caso l'ex direttore generale Francesco Micheli scrisse: "L'intreccio tra politica e sindacati ha prodotto danni irrebarabili" trasformando la municipalizzata romana dei trasporti in un carrozzone dove: "al posto di valori come responsabilità e merito contano più fedeltà e cordate".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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