Come ci si apettava alla fine è arrivata al fondo salva Stati (Esm) la richiesta da parte della Grecia di un nuovo programma di aiuti.
Mentre Tsipras "arringava" il Parlamento europeo, sostenendo che dei miliardi elargiti negli anni scorsi dall'Europa ben poco o nulla è arrivato al popolo greco, Atene chiedeva all'Esm e in particolare al presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, nuovi fondi "per il sostegno di stabilità". Nella lettera inviata dal neo ministro delle Finanze Euclid Tsakalotos, si chiede un prestito triennale, anche se non è ancora chiara di quale entità ci sia bisogno. Il governo greco spiega che il prestito sarà utilizzato per "ripagare le scadenze del debito della Grecia e per assicurare la stabilità del sistema finanziario".
In cambio la Grecia si impegna "ad attuare una serie completa di riforme e misure nelle aree della sostenibilità fiscale, della stabilità finanziaria e della crescita economica a lungo termine", già dalla prossima settimana, comprese misure relative alla riforma del fisco e alle pensioni.
La questione è però più complessa del previsto: ieri il governo greco si è limitato a una proposta "orale", promettendo un testo oggi. Ma l'Eurogruppo ha deciso di approfondire maggiormente il piano, al punto da annullare il vertice in teleconferenza e riunire l' Euro Working Group, l’organismo preparatorio composto da rappresentanti dei ministeri dei Paesi dell’area euro, della Commissione europea e della Bce.
Ora tocca ai governatori degli Stati membri dell'Ue valutare "l'attuale situazione finanziaria della Grecia, inclusa la sostenibilità del debito". Per trovare un accordo, l'Europa ha dato un ultimatum: o si decide entro domenica, o la Grecia si avvia verso il default, previsto per il 20 luglio, quando cioè scadono 3,5 miliardi di obbligazioni greche con Francoforte. Se Atene non pagasse, la Bce sarebbe costretta a tagliare la liquidità d'emergenza (Ela) e a quel punto l'uscita dall'euro sarebbe probabilmente inevitabile.
Il premier greco Alexis Tsipras non ha nessuna intenzione però di cedere su un punto contestato soprattutto dalla Germania: "La direzione è quella di un accordo socialmente equo e sostenibile per la Grecia e l'eurozona.
Questo quadro comprende riforme credibili basate sulla giustizia sociale, ma include anche l'impegno per la copertura sufficiente del fabbisogno di finanziamento a medio termine del Paese, un forte pacchetto di investimenti per affrontare grandi problemi come la disoccupazione, così come l'inizio di una discussione sostanziale per la necessaria ristrutturazione del debito".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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