Sale l’allerta per un sensibile aumento di casi di tubercolosi, stanziale o importata, nel vicentino negli ultimi due anni. All’ospedale San Bortolo, infatti, la proiezione per l’anno in corso è di 40 malati mentre nel 2017 i ricoveri erano stati 38. Dati alti soprattutto se confrontati a quelli del 2016 quando si erano registrati 25 infetti e del 2015 con 16.
Ogni settimana sono 3- 4 i pazienti che finiscono in cura nelle stanze blindate del reparto malattie infettive, dove è previsto un ricambio d'aria ogni dieci minuti, sei all'ora. Al momento si segnalano una ventina di casi su un territorio particolarmente a rischio per la presenza di lavoratori immigrati arrivati da paesi in cui la tbc è endemica.
Su Vicenza si segnala un afflusso costante di pazienti da Arzignano e dintorni in quanto il reparto di malattie infettive del San Bortolo è l’unico della provincia ad essere dotato di stanze di isolamento adatta ad una malattia come la tubercolosi ad alto grado di contagiosità.
In merito alla vicenda è intervenuto anche il presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti, il quale riporta un episodio avvenuto nei giorni scorsi all'ex hotel Virginia di Sandrigo, adibito a struttura di accoglienza di profughi.
“E' grave sapere” è l’allarme lanciato da Ciambetti “che un immigrato clandestino colpito da questa malattia si è dato alla fuga, diventando un potenziale veicolo infettivo”. Il presidente del Consiglio regionale ha continuato affermando che “non sappiamo dove si trovi ora questo straniero, di certo nei giorni precedenti al suo allontanamento sarà rimasto a contatto con diverse altre persone presenti nella struttura”.
"Sono preoccupato” ha infine concluso Ciambetti “e mi riferisco anche al passaggio dai 16 casi registrati nel 2015 ai 40 già individuati quest'anno, registrato nella provincia di Vicenza, dato che non va sottovalutato ma nemmeno enfatizzato.
L'incremento dei casi di Tbc e la diffusione di questa malattia gravissima tra immigrati ed extracomunitari richiede una energica e tempestiva risposta da parte delle autorità sanitarie. Sono sicuro che la sanità vicentina metterà in campo ogni forma di profilassi utile a contrastare efficacemente il fenomeno”.
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