«E stinzionista, l'epoca più antierotica di sempre». Così il Foglio ha definito il tempo segnato molto opportunamente dalla copertina di Time, che ha eletto person-of-the-year il movimento «Metoo». In effetti, se lasciamo fare ai moralisti chic, quelli che la-donna-non-si-tocca-neppure-con-lo-sguardo, finiremo per estinguerci come specie. Mettere alla gogna un uomo perché ci ha provato (di questo si tratta, per parlar semplice) ci può anche stare, ma proviamo a essere coerenti e conclusivi. A volte l'uomo ci prova e ci riesce. Chi più, chi meno. Non sempre, è chiaro, ma con un tasso di successo che induce a ritenere la strada perseguibile. Se questa strada si rivelasse infruttuosa, verrebbe accantonata, come infatti è il caso per gli uomini particolarmente timidi o poco attraenti.
Perché dunque scagliarsi contro la pratica degli approcci, delle avance? Va bene condannare la coercizione, ma perché buttare il bambino con l'acqua sporca? Perché fa emergere il vero problema, che non sono le avance rifiutate, ma quelle accettate, in quanto manifestazione di debolezza della ragione verso la passione. Dal punto di vista maschile, è una disquisizione minore: sono secoli che saltiamo dal peccato alla retta via. Gli abbiamo anche dato un nome: vita. Dal punto di vista femminile invece è una minaccia, perché la debolezza compromette quel percorso di affrancamento, di vita e di costumi, che da decenni stanno percorrendo. Un po' come le esecuzioni sommarie nelle rivoluzioni: ingiuste, ma utili ad affermare la supremazia del nuovo corso. Scoprirsi debole dà fastidio, se stai affermando proprio l'indipendenza e l'autosufficienza. Però, e sia detto per inciso, agli uomini piacciono le donne e alle donne piacciono gli uomini. Biologicamente, uno ci prova e l'altra decide se ci sta. Può indispettire, lo capisco, ma sfortunatamente è così. Questa rivoluzione ci restituirebbe un mondo tranquillo, dove a nessuna donna può capitare di «subire» un'avance. Un tantino freddo, in verità. Sia come sia, comunque si dovrebbe poi arrivare a consumare, a darsi un po' di piacere, non avendo ancora optato per la castità. Ma come? Se inibisci la tentazione, la ragione prevarrà sempre. L'ipotesi di lasciare che sia la donna a prendere l'iniziativa sembrerebbe la soluzione, gradita a certi quanto indigesta ad altri, ma invece non è così. Perché stiamo vedendo che il maschio non dovrebbe reagire, pur se provocato a meno di un'accettazione scritta, ovviamente, meglio ancora se rogata da un notaio. In conclusione, sarebbe forse opportuno affrontare la questione con misura e discernimento. Intanto, tra avance e coercizione. La seconda è un soffocamento della volontà e dunque della dignità della persona, che va protetta, anche dai tentativi. La prima invece è il sano fondamento della specie e come tale va preservata, nelle varie forme dialettiche in cui viene agita. Forme che sono le più effimere, sottili, intangibili, come si conviene al linguaggio dei sensi quando vogliono e devono sostituirsi alla ragione. Che sia l'avventura di una sera o il rapporto di due coniugi, la freddezza del pensiero ostacola il calore della passione.
Sia nel senso più accettabile, che per provare certi piaceri occorre abbandonarsi, per il maschio (una certa cosa non vuole pensieri, è il detto popolare) come per la femmina, sia nel senso dell'attrazione: l'uomo e la donna freddi, algidi, inducono timore e distanza, non accendono il desiderio. E se non c'è fiammella, a lungo andare non ci sono nemmeno bambini. Così a estinguerci non sarà stata la guerra atomica, ma le sciocchezze atomiche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.