Alla fine le famose conquiste di diritti civili erano buone per i tripudi universali dei giornali e della piazza. Gloria effimera. Una domanda, repressa, strana, impossibile, sta prendendo forma in queste ore: Marco Pannella alla fine si è convertito? Non c'è risposta. Di sicuro nessuno osa dire no. L'ultima cosa cosciente che sappiamo abbia voluto prima di abbandonarsi al sonno della morte è stata abbracciare e baciare il crocifisso di un martire, Oscar Romero. La lettera di Pannella che sapeva di correre inesorabilmente verso la sua ultima ora è stata una pagina, con grafia di bambino buono, a Papa Francesco, dove ha concluso dicendo «Ti voglio davvero bene».
Tutto resta un mistero, anche il fatto che sia stato condotto a spegnersi in una clinica di suore, e le sue mani stringano nella bara un rosario. Che importa se i funerali sono stati civili, laici, persino anticlericali. Resta un fatto. È proprio vero che l'unica cosa interessante alla fine di tutto, quando le energie si spengono, e con esse le utopie di saper cambiare il corso della storia con le nostre idee e forze, è Gesù Cristo. La nostra civiltà non ha altro bene fuori di questo patrimonio, con cui inevitabilmente chiunque abbia un cuore fa i conti: Gesù Cristo. Lo ripeto: non la Chiesa, non Dio, ma il Nazareno.
Ho sbagliato a scrivere «patrimonio». Il patrimonio ricorda beni immobili, case di pietra, gli ori, grattacapi come sempre le eredità portano con sé. Invece la nostra civiltà riesce ancora a essere tale perché in essa c'è un brivido di vita. Qualcuno che sia più forte della morte e ti abbracci anche dopo la scena di questo mondo.
Non mi interessa rispondere alla domanda se Marco a cui ho voluto molto bene, credo anche ricambiato, nel forte dissenso abbia deciso alla fine se dire sì o no. E neanche fare l'elenco di chi all'ultimo istante si sarebbe convertito per paura. Di certo Pannella, non credo proprio, abbia baciato la Croce per paura, ma perché la Croce non sono due legni, ma Chi ci è appeso.
Non so dire se quelli che lui considerava foruncoli gli faranno festa in cielo. Io spero lo spediscano in terra a confermare che Gesù è vero e i bambini non nati gli somigliano. Ricordo un dibattito avuto con lui a Rimini, in piazza, e trasmesso da Radio Radicale. Parlammo di embrioni, che lui riteneva fossero foruncoli, anzi «meno che foruncoli». E io lo chiamai «vecchio embrione». E lui rispose che l'embrione era troppo piccolo per essere una persona umana, poche cellule, confondendo irrazionalmente la qualità dell'essere con la quantità della materia. Ed io allora gli dissi che ragionando così, le persone magre erano meno umane degli obesi, e le ragazze anoressiche si sarebbero potute abbattere per la perdita dell'anima. Mi prendeva sul serio, contrattaccava. Gli rimproverai di avere cattiva coscienza, ma almeno ce l'aveva e costringeva tutti, anche me, ad averla, e a ricordarsi che esistono questioni decisive, la vita e la morte, il significato della persona e della storia. E la tiepidezza è un brodo indigeribile che fa vomitare Dio.
Di certo il bacio che ha dato al Crocefisso chiama misericordia.
Non per lui, che ormai è tra altre braccia, certo divine. Ma per noi, che siamo ancora qui affannati e stanchi, ma con un segno imprevedibile di speranza a proposito di Uno che dice il Vangelo e forse ora anche Pannella ha vinto la morte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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