Una retta di 6250 euro l'anno. Famiglie benestanti, tra loro professionisti, giornalisti, registi, cantanti e funzionari delle Nazioni Unite, che avevano deciso di affidare i propri bambini ad una scuola-convitto, totalmente abusiva, ispirata ai principi dello Sahaja Yoga, il metodo della meditazione scoperto dalla "santona" indiana Shri Mataji Nirmala Devi (morta nel 2011). Desideravano che i loro figli fossero educati e crescessero secondo tale filosofia di vita.
Ma un blitz dei carabinieri ha messo fine a quello che doveva essere un luogo perfetto. Nella struttura abusiva di Cabella Ligure, nell'Alessandrino, erano ospitati una sessantina di bambini, tra i 6 e gli 11 anni, provenienti da ogni parte d'Europa, compresa l'Italia. I minori si trovavano in "condizioni di degrado". È quanto sostiene la procura torinese dei minori che dopo l'azione dei carabinieri, ha avviato la procedura di adottabilità.
Ciò che la magistratura contesta non sono solo le mancate autorizzazioni e l'assenza di personale specializzato, ma anche il modo in cui i minori erano costretti a vivere. Il termostato del riscaldamento, infatti, si fermava a 14 gradi e mezzo, diversi bambini avevano le mani screpolate dal freddo. Inoltre nelle camerate e nei corridoi è stata trovata sporcizia.
"Non siamo stati mossi da alcun intento discriminatorio - ha precisato a La Repubblica il procuratore dei minori del Piemonte Annamaria Baldelli - né contestiamo i metodi educativi o gli insegnamenti religiosi che si trasmettono nella comunità.
Quello che per noi conta è la totale mancanza di rispetto delle regole che abbiamo riscontrato. Per quanto certi genitori possano aver agito in buona fede, non potevano non accorgersi della situazione di degrado in cui vivevano i bambini".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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