Ci sono loro tre a raccogliere le domande sull'arresto e l'arrivo in Italia di Cesare Battisti. Giuseppe Conte, Matteo Salvini e Alfonso Bonafede rispondono alle domande della stampa a Palazzo Chigi poche ore dopo lo sbarco a Ciampino del terrorista dei Pac. I toni sono entusiastici e sottolineano "il grande risultato" dopo 37 anni di attesa.
"Mi limito a osservare che abbiamo garantito il percorso più sicuro e veloce perchè arrivasse in Italia", ha detto Conte parlando della decisione di non far fare uno scalo tecnico in Brasile a Battisti. In questo modo, infatti, è stato possibile aggirare un accordo (siglato da Orlando) secondo cui se Battisti fosse stato estradato non avrebbe potuto scontare l'ergastolo, ma solo 30 anni di carcere. Resta comunque il ringraziamento rivolto a Bolsonaro "per il cambiamento di rotta" che ha permesso la svolta politica e, ovviamente, al "governo boliviano per la massima collaborazione che c'è stata".
Dopo la cattura dell'ex Pac, restano altri latitanti da catturare. È a loro che il ministro dell'Interno pensa quando, di fronte ai cronisti, parla di quelle "decine di terroristi che non stanno scontando condanne nel nostro paese". Le autorità italiane stanno "lavorando" su di loro e secondo Salvini ci sarebbero "già alcuni elementi e riscontri positivi, non posso ovviamente aggiungere altro". Si tratta di terroristi di "qualsiasi colore: rossi, neri, bianchi, verdi".
Sulla stessa linea anche Bonafede: "La fuga di Battisti ha mortificato il dolore degli italiani ed è stata protetta da alcuni governi, come quello francese o quello brasiliano di Lula. Adesso i valori principali di ogni democrazia vengono rispettati".
Per il ministro della giustizia "oggi è stato un momento importante per tutto il popolo italiano, in particolare per le vittime di Battisti. Tutti avevano la ferma volontà di rivendicare il diritto che chi ha sbagliato deve pagare".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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