La Festa della Liberazione, a più di 60 anni di distanza, viene subito associata alla lotta di Resistenza dei partigiani contro l'occupazione nazifascista che avevano come 'inno' la nota canzone “Bella Ciao” ma le sue origini sono ben più lontane dei quel 25 aprile 1945.
Alcuni studi di musica popolare la farebbero risalire addirittura al Cinquecento francese o alle antiche melodie yiddish. Una delle ipotesi che per molto tempo è stata accreditata è quella di un legame con i canti delle mondine padane ma lo studioso Cesare Bermani ha definitivamente accantonato questa tesi. Secondo lui la “Bella ciao” delle mondine è stata composta solo dopo la guerra da Vasco Scansani, mondino anch’egli autore di testi dialettali. Lo studioso Carlo Pestelli nel suo libro “Bella ciao. La canzone della libertà” pubblicato per Add Editore nel 2016, ne ha dimostrato l'origine settentrionale e ha dimostrato come il brano, durante la guerra di Resistenza, fosse ancora poco conosciuto dai partigiani.
Dal dopoguerra in poi è stata tradotta in francese, spagnolo, inglese e perfino in turco, e nell’estate del 1947 era stata presentata al Primo festival mondiale della gioventù democratica di Praga. Il primo a cantarla in tivù fu Giorgio Gaber nel 1963 e da allora, ricorda Fanpage, gruppi come i Modena City Ramblers, la Banda Bassotti, gli spagnoli Ska-P e gli inglesi Chumbawamba hanno inserito il brano nei loro dischi.
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