Non ce la fa più don Massimo Biancalani da Pistoia a sopportare tutto il fango che gli viene gettato addosso da ogni dove, per la sola colpa di fare del bene. Almeno questa è la sua versione.
Dopo la chiusura del suo centro d’accoglienza a causa di varie (e non certo trascurabili) irregolarità, il parroco ha deciso di muovere una controffensiva contro i suoi haters, che continuano ad accanirsi in modo inspiegabile contro di lui.
E quindi decide di puntare in alto per chiedere aiuto, indirizzando una missiva direttamente a papa Francesco, pur se in questi giorni il santo padre sembra abbastanza stressato ed impegnato a togliere qualche castagna dal fuoco a causa dell’ormai celebre caso Viganò. Anche i magnati cattolici americani stanno iniziando ad abbandonare la barca che affonda, chiudendo i rubinetti erogati tradizionalmente al Vaticano, dunque, in effetti, le problematiche iniziano ad essere plurime e complesse per il santo padre.
Tuttavia don Massimo Biancalani, che si sente vittima di un crudele tiro al bersaglio contro di lui, cerca comunque di ricavare un piccolo spazio anche per sé in questo marasma. Per l’occasione ha scritto una lettera, che consegnerà direttamente in Vaticano, quando la settimana prossima parteciperà da relatore ad un convegno proprio sui migranti, gli stessi per i quali aveva speso delle parole d’amore fraterno. “Loro sono la mia patria”.
“Santo Padre, ci rivolgiamo a lei in un momento di grande amarezza per la nostra comunità impegnata nell'accoglienza di poveri e in particolare di rifugiati”. È lo stesso Biancalani ad anticipare il contenuto della lettera, come riportato da “La Nazione”, durante una conferenza stampa convocata per segnalare le innumerevoli offese subite via posta e via social. Pronte le denunce per chi lo subissa di insulti, “per le offese che quotidianamente ricevo sui social e anche per posta. L'ultima mi è arrivata stamani, e contiene offese indicibili nei miei confronti”.
Ecco il perché della lettera al papa, dove il parroco fa riferimento anche alla sopra citata chiusura del suo centro d’accoglienza di Vicofaro. “Adducendo motivi di sicurezza e di inadeguatezza dei locali parrocchiali, le autorità preposte hanno deciso lo sgombero della struttura di Vicofaro a Pistoia, in cui sono accolti da alcuni anni i fratelli nel bisogno. Nonostante gli ingenti sforzi economici effettuati per adeguare i nostri ambienti all'accoglienza, tutto questo non è stato considerato sufficiente.
Si dimenticano volutamente l'azione generosa e il servizio infaticabile e solidale reso al territorio accogliendo tante persone, che altrimenti sarebbero costrette a vivere in condizioni precarie e pericolose.”- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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