Ci risiamo, mi sono detto quando è apparsa su ogni schermo e schermino la notizia del Papa che assolverebbe l'aborto. Ci risiamo, altre dichiarazioni papali che daranno luogo a equivoci e distinguo, a commenti faziosi (i bergogliani, gli anti-bergogliani...), a polemiche senza fine e senza esito. Ci risiamo, un altro documento vaticano il cui testo dice una cosa e la cui traduzione mediatica ne dice un'altra: «Assoluzione per l'aborto» (Ansa), «Il Papa ai sacerdoti: assolvete chi ha commesso aborto» (Rai News), «Assolvete medici e donne che abortiscono» (Repubblica), «Papa Francesco ordina ai sacerdoti di assolvere» (Panorama)...
I moltissimi che leggono soltanto i titoli avranno inteso che il Santo Padre ha imposto a tutti i preti di assolvere tutti coloro che hanno abortito o praticato aborti. Chi si è imbattuto nel sito Milleunadonna, e nel suo ineffabile «Chi sceglie l'aborto sarà perdonato», avrà forse capito che d'ora in poi a essere condannati saranno coloro che invece scelgono di non abortire. Grazie a Dio non è così. I medici obiettori e le donne che nonostante mille difficoltà scelgono di portare avanti la gravidanza non hanno da temere alcun castigo spirituale. Come in passato, anche in futuro a rischiare l'ira divina saranno i medici abortisti e le donne che abortiscono. Nella lettera apostolica «Misericordia et misera» il Santo Padre lo ha precisato: «Vorrei ribadire con tutte le mie forze che l'aborto è un grave peccato, perché pone fine a una vita innocente».
Purtroppo non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire e i catto-abortisti (che così come i catto-comunisti sono milioni di milioni) soffrono di ipoacusia profonda. Insomma: la «Misericordia et misera» non è un'apertura all'aborto come vorrebbero i media nichilisti e masochisti di una nazione che si sta letteralmente estinguendo (nel 2015 in Italia abbiamo avuto 653mila morti e 488mila nascite, e ogni anno va peggio), e che di tutto avrebbe bisogno tranne che di sostegno a chi uccide il nostro futuro nel proprio grembo. Ma certamente il cuore del documento, ossia la possibilità di venire assolti dal peccato di aborto non solo dai vescovi, come prima, ma da qualunque prete, magari da un sacerdote amico o notoriamente di manica larga, può suonare come una parziale depenalizzazione. Siccome non voglio fare l'anti-Bergoglio di professione (ho di meglio da fare nella vita) voglio cogliere nella lettera apostolica almeno una nota sicuramente positiva ed è la sollecitazione a dedicare, in ogni comunità cattolica, una domenica allo studio della Bibbia.
Siccome il libro è molto lungo suggerirei di concentrarsi sul Deuteronomio, anzi sul quinto capitolo del Deuteronomio, anzi sul diciassettesimo versetto del quinto capitolo del Deuteronomio: «Non uccidere». Anche i bambini non ancora nati hanno diritto a due parole misericordiose.
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