C'è il primo sì alla Camera al biotestamento e al "divieto di accanimento".
Il disegno di legge complessivo sarà votato domani, ma è stato intanto approvato un emendamento che riconosce al paziente il diritto di abbandonare totalmente le terapie. La modifica era stata proposta dalla commissione Affari sociali che ha inoltre dato parere favorevole a un secondo emendamento presentato dal presidente Marazziti.
"Il rifiuto del trattamento sanitario indicato dal medico o la rinuncia al medesimo non possono comportare l'abbandono terapeutico", recitava finora il comma 6 della legge, "Sono quindi sempre assicurati il coinvolgimento del medico di famiglia e l'erogazione delle cure palliative". Il comma è stato però soppresso grazie al voto di oggi, mentre il secondo emendamento (la cui approvazione sembra scontata), aggiunge un secondo comma che riguarda "terapia del dolore, divieto di ostinazione irragionevole delle cure, e dignità nella fase finale della vita".
Il testo della legge verrà quindi così riscritto: "Il medico, avvalendosi di mezzi appropriati allo stato del paziente deve adoperarsi per alleviarne le sofferenze, anche in caso di rifiuto o di revoca del consenso al trattamento sanitario indicato dal medico. A tal fine, è sempre garantita un'appropriata terapia del dolore con il coinvolgimento del medico di medicina generale e l'erogazione delle cure palliative. Nel caso di paziente con prognosi infausta a breve termine o di imminenza di morte, il medico deve astenersi da ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure e dal ricorso a trattamenti inutili e sproporzionati. In presenza di sofferenze refrattarie ai trattamenti sanitari, il medico può ricorrere alla sedazione palliativa profonda continua in associazione con la terapia del dolore, con il consenso del paziente. Il ricorso alla sedazione palliativa profonda continua o il rifiuto della stessa sono motivati e sono annotati nella cartella clinica e nel fascicolo sanitario elettronico".
Bocciando un emendamento che mirava a consentire alle "istituzioni sanitarie private" di
poter essere "esonerate da applicazioni non rispondenti alla carta dei valori su cui fondano i propri servizi" la Camera ha stabilito che non ci può essere alcun distinguo o trattamento particolare per le cliniche private.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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