Il biotestamento è legge. Palazzo Madama ha dato il via libera definitivo con 180 voti favorevoli e 71 contrari con sei astenuti. Subito dopo l'ok del Senato in Aula è partito un applauso. Cosa prevede la nuova legge? In primo luogo nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata. Nella scelta del piano terapeutico, con indicazione del paziente sono coinvolti anche i familiari, i conviventi e i compagni. La volontà del paziente può comunque essere modificata. Inoltre, nel caso in cui chi è ricoverato non possa decidere firmando in documenti allora viene predisposto l'uso di vedeoregistrazione o di altri dispositivi. Per quanto riguarda la nutrizione e l'idratazione artificiale, il paziente può scegliere se accettare o rifiutare il trattamento. In ogni momento può revocare il consenso indicato precedentemente. Novità anche sul fronte dell'accanimento terapeutico, della sedazione profonda e dell'abbandono delle cure. Di fatto viene sancito il divieto assoluto di accanimento terapeutico. Il paziente avrà poi diritto ad abbandonare le cure e viene difinita in modo continuativo la terapia del dolore. Il medico dovrà accettare tutte le decisioni prese dal paziente. Questo esenta il personale medico da responsabilità. Il medico comunque potrà rifiutarsi di "staccare la spina". E sulla norma sono arrivate le reazioni del mondo politico. "Biotestamento. Dal Senato via libera a una scelta di civiltà. Un passo avanti per la dignità della persona", ha affermato il premier Paolo Gentiloni. "L'approvazione definitiva della legge sul biotestamento è un importante e positivo atto di responsabilità del Parlamento. D'ora in poi i malati, le loro famiglie, gli operatori sanitari saranno meno soli in situazioni drammatiche", ha commentato il presidente della Camera Laura Boldrini. Infine le parole del presidente del Senato, Piero Grasso: Ciascun gruppo parlamentare e ciascun senatore ha espresso con forza i propri convincimenti, e ogni posizione merita il più profondo rispetto, nella consapevolezza che quando si esaminano tematiche così dense di significati, di dolore e di speranza, a guidarci devono essere la reciprocità e l'ascolto.
Possiamo dire di aver assolto al nostro compito quando, in coscienza, decidiamo secondo criteri di responsabilità, cercando tutti insieme la strada di maggior condivisione possibile anche sulle questioni più divisive", ha concluso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.