
Trentasette audit interni su appalti, forniture e contratti Rai nascosti alla procura di Roma. I militari del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, coordinati dal pm Paolo Ielo, li hanno acquisiti con un ordine di esibizione lo scorso 7 ottobre, dopo avere richiesto invano all’azienda gli atti ispettivi interni. E adesso promette sviluppi l’inchiesta sulle mazzette, in contanti, viaggi, regali e assunzioni, pagate dall’imprenditore David Biancifiori per ottenere le commesse. Un’indagine che aveva portato a tre arresti e all’iscrizione sul registro degli indagati di 44 persone, tra dirigenti Rai, La7, Infront e della presidenza del Consiglio, con le ipotesi di corruzione e appropriazione indebita. Agli atti ci sono soprattutto le rivelazioni di uno degli indagati, che sta fornendo agli inquirenti tutti i dettagli sullle commesse e sul ”sistema” che assicurava l’aggiudicazione degli appalti.
L’indagato che ha deciso di collaborare con la procura di Roma ha fornito ai pm il codice sorgente, ossia la chiave di decriptazione per leggere i file sequestrati a giugno dalla Finanza. Documenti che contengono l’elenco delle mazzette pagate da Biancifiore ai dirigenti delle aziende in cambio delle commesse alle società dell’imprenditore. Non solo, il testimone-indagato ha anche rivelato agli inquirenti l’esistenza di 37 atti ispettivi interni alla Rai, relativi ad appalti, forniture e contratti per fiction e spettacoli. Le verifiche condotte dalla squadra dei 23 ispettori guidati da Gianfranco Cariola, responsabile internal audit Rai, avrebbero individuato parecchie criticità e anomalie.
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