Tutti ricordiamo del Blue Whale e del servizio-denuncia de Le Iene che documentava e raccontava il gioco dell'orrore nato sul web. Ora in un'intervista su Il Fatto Quotidiano, Matteo Viviani, il giornalista del programma televisivo di Italia Uno, ammette che di falso c'erano le conversazioni con le mamme russe che avevano appena perso i figli e i video dei suicidi.
L'intervista alla Iena
L'inviato che per primo si è occupato del gioco che spinge i giovani al suicidio spiega: "Me li ha girati una tv russa su una chiavetta e ammetto la leggerezza nel non aver fatto tutte le verifiche, ma erano comunque esplicativi di quello di cui parlava il servizio". Il servizio è diventato virale sul web, diffondendo la storia e le pratiche del Blue Whale. A tal proposito, Viviani non si sente responsabile: "Ieri sono andato in una classe e ho chiesto quanti conoscessero il Blue Whale prima del mio servizio. La metà degli alunni ha alzato la mano. Noi adulti ignoriamo parte del web, specie quella popolata dai giovanissimi. La polizia ha salvato una ragazzina che era quasi al cinquantesimo (e ultimo, ndr) giorno del gioco, quindi aveva iniziato prima della puntata".
Ciononostate il servizio sembra reggere, infatti sono moltissimi i casi registrati in Italia. La polizia italiana e quelle russa ammettono il problema Blue Whale.
Viviani inoltre respinge anche le accuse di aver innescato un meccanismo di emulazione: "Allora non dobbiamo dare più notizie neppure sul bullismo o sul femminicidio? Non posso praticare l'omertà su un argomento e se ho contribuito a salvare anche una sola persona, il mio è stato un lavoro prezioso".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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