Ha ricevuto una condanna più alta del ladro. Che ha patteggiato una pena inferiore di 4 mesi. L'ultimo paradosso della giustizia italiana succede a Brescia. "Non mi stupisco, questa è l’Italia", lamenta il bresciano Giuseppe Chiarini commentando al Giornale di Brescia il fatto che la legge abbia punito più chi ha tentato di reagire rispetto a chi ha commesso un furto.
Era la notta tra il 29 e il 30 gennaio del 2016 quando un ladro che insieme a una banda aveva appena fatto saltare il bancomat di una filiale viene raggiunto da un colpo di fucile sparato dal balcone di casa da Chiarini. Quest'ultimo ha patteggiato una pena di due anni e otto mesi per tentato omicidio.
Il ferito, componente di una banda di rumeni e moldavi che per mesi ha preso di mira i bancomat di mezza provincia bresciana, ha invece patteggiato una condanna a due anni e quattro mesi. Il boss se l’è cavata con quattro anni e otto mesi, altri quattro con tre anni e uno con un patteggiamento di quattro anni.
"Ho sentito rumori, mi sono affacciato e ho visto gente incappucciata e armata che mi diceva di rientrare in casa. Cosa dovevo fare? Ho sparato.
Lo Stato non mi ha tutelato, ma ormai funziona così e ora rischio anche di dover risarcire quel ladro che ho ferito perché se dirà che non potrà più lavorare lo dovrò mantenere per tutta la vita", ha dichiarato Chiarini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.