Se ora le Brigate Rosse sono un gioco di ruolo

Un gioco di ruolo dal vivo fa rivivere i momenti più cupi degli Anni di Piombo. Hanno partecipato 140 persone

Se ora le Brigate Rosse sono un gioco di ruolo

Coperti di passamontagna e con in mano armi da fuoco. I giovani brigatisti si trovano in un villaggio operaio del Nord durante le ultime fasi del rapimento del generale americano James Lee Dozier. Questo villaggio del Nord, però, non è Padova - dove il generale statunitense venne davvero segregato - ma Bovvio Pellice. Non siamo nemmeno nel 1982. Ma nel 2017. E i combattenti proletari non sono giovani terroristi ma giocatori. Così a ottobre gli Anni di Piombo sono ritornati attraverso un gioco di ruolo organizzato da Terre Spezzate, un gruppo di organizzatori appasionati di giochi di ruolo dal vivo. Questo evento ad ambientazione storica si è svolto a ottobre in due partite da tre giorni ciascuna (con 140 partecipanti) e rievoca uno degli episodi più noti che hanno visto in azione le Brigate Rosse ed è stato intitolato "Ultimo Covo".

Nella presentazione viene specificato che "l'evento avrà un’impostazione prettamente storica e realistica: “Ultimo Covo” è apertamente ispirato ai drammatici atti terroristici a cavallo tra gli anni ‘70 e gli anni ‘80, e in particolare al Rapimento Dozier. Molti dei personaggi dell’evento saranno modellati su figure storiche più o meno note del periodo degli Anni di Piombo.

“Ultimo Covo”, nonostante queste premesse, non sarà una rievocazione storica - gli eventi che metteremo in gioco sono tutti frutto della fantasia degli autori - sebbene stimolata e arricchita dal continuo confronto con la documentazione storica".

Gli organizzatori hanno raccontato a La Stampa che "come per ogni opera d'arte gli autori scrivono lo svolgimento del gioco seguendo la loro sensibilità ma in questo caso mantenendosi anche fedeli agli eventi storici".

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