La "capitana" che sperona la Gdf diventa paladina del Gay Pride

Oltre 200mila le persone che hanno invaso Milano per celebrare l'orgoglio e i diritti Lgbt+. Numerosi i cartelli per la capitana della Sea Watch Carola Rackete

La "capitana" che sperona la Gdf diventa paladina del Gay Pride

Fra collane hawaiane, pitture colorate, unicorni gonfiabili e bandiere arcobaleno è iniziata la parata del Gay Pride. Oltre 200mila le persone che hanno invaso Milano per celebrare l'orgoglio e i diritti Lgbt+.

Ad aprire il corteo lo striscione 'La prima volta fu rivolta' e un carro di migranti Lgbt che sfila accompagnato da una selezione musicale di brani dei paesi di origine, tra cui Senegal, Nigeria, Libia, Pakistan e Russia. Il 'grazie' in tante lingue campeggia sul carro insieme alla bandiera che unisce una striscia oro alle sei dell'arcobaleno. L'oro è quello del tessuto tecnico delle coperte termiche con cui vengono soccorsi i naufraghi nel Mediterraneo (guarda il video).

La parata infatti è vicina a quanto sta accadendo in queste ore a Lampedusa. L'associazione Milano senza muri ha invitato i partecipanti al corteo a indossare un nastro azzurro in segno di solidarietà ai naufraghi, alla capitana Rackete e all'equipaggio della Sea Watch.

E così, la capitana Carola Rackete dopo aver violato le leggi e speronato l'imbarcazione della Guardia di Finanza è diventata la paladina del Pride. Numerosi in cartelli di ringraziamento alla 31enne che ha forzato il blocco navale e deciso di attraccare la Sea Watch a Lampedusa.

"Grazie Carola", "Carola libera", "Carola ti amo", si legge sui manifesti.

"Siamo tutte sbruffoncelle" e "La nostra Europa non ha confini, siamo tutte clandestine" sono invece alcuni dei cori intonati e dedicati anche alla capitana.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica