A Trieste il direttore dell'agenzia delle imposte comunali non ha pagato le tasse, a tal punto che gli è stato pignorato lo stipendio. Non solo: è riuscito, grazie a dei cavilli, a evitare fino all'ultimo pure le multe, che prendeva al volante della macchina messa a disposizione come benefit dalla società di riscossione. Con la mannaia di Equitalia sulla testa degli italiani nulla di nuovo sotto il sole, se non fosse che Paolo Cavazzoni firma la riscossione delle multe e dei tributi comunali richiesti ai cittadini di Trieste.
«Mi rendo conto che la storia fa notizia, ma approfondendo salta fuori la mia correttezza» si difende con il Giornale il direttore di Esatto spa, l'agenzia delle imposte comunali del capoluogo giuliano. Il Piccolo , quotidiano di Trieste, ha tirato fuori per primo la vicenda paradossale delle multe. Quando le prende qualsiasi triestino ti arrivano a casa con la firma di Cavazzoni per la riscossione. Il direttore aveva a disposizione, come benefit, un'Audi station wagon grigia targata DJ036ML. E poteva utilizzarla sia per lavoro, che privatamente, tutto l'anno. Oggi è al volante di una Volkswagen Tiguan, sempre intestata all'agenzia Esatto. Nel 2008, a Gorizia, corre troppo e si becca una multa per eccesso di velocità.
La contravvenzione non viene pagata. «Non lo sapevo la multa è arrivata in Comune» spiega Cavazzoni. In pratica la sede legale dell'agenzia è presso il municipio, ma quella operativa da un'altra parte e incredibilmente, anche se tutti sanno cosa sia Esatto, la multa torna indietro. Alla fine, un anno dopo, Equitalia intima all'agenzia diretta da Cavazzoni il pagamento forzato. Non solo: minaccia di mettere le ganasce a un motorino di Esatto. A questo punto il direttore è con le spalle al muro e la multa, che è lievitata a 566,31€, viene pagata e trattenuta dal suo stipendio. «Dimostra la mia correttezza. Ho dovuto sborsare una cifra maggiorata», sostiene Cavazzoni. Peccato che per gran parte delle multe dei 22 mezzi dell'agenzia, prese dei dipendenti, non risultano«inghippi»simili. E tantomeno per un altro funzionario che ha il benefit della macchina.
La seconda contravvenzione garibaldina del direttore è stata presa a Modena perché «il veicolo accedeva abusivamente nella zona a traffico limitato senza autorizzazione», si legge nel verbale pubblicato dal Piccolo .
Solita storia sulle difficoltà di notifica e alla fine lo stesso direttore scrive su carta intestata di Esatto per chiedere l'annullamento. E si appella, ovviamente, al superamento dei termini di notifica di 90 giorni. Peccato che la multa da 76 aumenti a 170 €, perché non è stata pagata subito e arrivi a casa del rappresentante legale della società. Cavazzoni, che fa riscuotere le multe, non ha alcuna intenzione di pagarla. «In questo caso non c'è il rischio di una riscossione coattiva perché è stato presentato riscorso- spiega al Piccolo - Noi applichiamo la legge su noi stessi come sugli altri».
Il Giornale , però, scopre, che il preciso direttore dell' agenzia delle imposte comunali, due anni fa, si è ritrovato con lo stipendio pignorato per non aver pagato delle imposte. Nell'ottobre 2010 Equitalia chiede il pignoramento a Esatto perché Cavazzoni «è debitore per imposte, tasse ed accessori, regolarmente iscritte nei ruoli resi esecutivi della somma di euro 5650,90».
Alla richiesta di spiegazioni il direttore rimane per un attimo interdetto, ma poi spiega: «Si trattava di un'imposta di registro sull'eredità di mio padre, che poi ho pagato ». Peccato che prima di arrivare al pignoramento dello stipendio, proprio lui che notifica multe e tasse, non abbia saldato le cartelle esattoriali di Equitalia.
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