E dopo voci e indiscrezioni adesso spuntano le carte. L'Italia è stata vittima di un complotto. Lo conferma un documento, inquietante, scritto al segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, dal consulente della fondazione Clinton, Sidney Blumenthal, che dal 2011 al 2012 ha aggiornato la ex First Lady sulla situazione in Libia. Nel documento, di cui dà conto Il Giorno e datato 21 marzo 2011, si legge: "A fine febbraio 2011, ufficiali del Dgse (il servizio segreto francese,ndr) hanno avviato una serie di incontri riservati con l'attuale leader del National Libyan Council (Nlc) Mustafa Jalil (presidente dal marzo 2011 all'agosto 2012, ndr), e con il generale Abdelfateh Younus, che hanno appena lasciato il governo Gheddafi. Secondo fonti affidabili gli ufficiali del Dgse hanno fornito soldi e competenza per assistere la formazione del Nlc. In cambio dell'assistenza gli ufficiali del Dgse hanno detto che si aspettano che il nuovo governo libico favorisca le aziende e gli interessi nazionali francesi, particolarmente per quanto riguarda l'industria petrolifera. Jalili e Younus si sono detti disponibili".
E ancora, scriveva Blumenthal il 16 settembre 2011: "La Francia porta avanti un programma per spingere il nuovo governo a riservare il 35% dei contratti petroliferi ad aziende francesi, in particolare alla Total. Jalil è pronto a favorire aziende francesi, inglesi, statunitensi per il supporto avuto. È invece ostile verso la posizione del governo italiano, e l'azienda energetica italiana Eni, visto il loro supporto per Gheddafi e la loro cautela nel trattare con Nlc". Un grande piano, dunque, per "soffiarci" il petrolio, e del quale diede conto anche il quotidiano Liberation. Ma le cose, dopo la deposizione e la morte di Gheddafi, non andarono come sperato. E si arriva dunque a un nuovo rapporto di Blumenthal, datato 8 marzo 2012, in cui spiega: "Fra metà gennaio e marzo 2012 ufficiali del Dgse e del britannico Mi6 si sono attivati con leader tribali per incoraggiare la creazione di una Cirenaica semiautonoma, che possa garantire meglio gli interessi commerciali francesi.
Secondo fonti il presidente Sarkozy avrebbe avuto lamentele da esponenti del mondo economico francese perché il nuovo governo, dopo la nomina di El Keima premier e di Abdulrahman Ben Yaza, per lungo tempo funzionario Eni, a ministro del Petrolio, non stava mantenendo gli accordi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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