«Sul mio onore attesto che la dichiarazione corrisponde al vero». Firmato Giuseppe Sala, data 19 febbraio 2015. All'inaugurazione di Expo mancavano due mesi e mezzo, e dieci mesi alla discesa in campo di Sala alle primarie del centrosinistra che lo hanno incoronato candidato sindaco di Milano. Ora quel solenne impegno rischia di ritorcersi contro Mr. Expo, per il semplice motivo che quella dichiarazione è fasulla. Contiene una omissione, cioè una bugia. E poiché non è la prima volta che Sala si dimentica dettagli rilevanti sul fronte della trasparenza, la faccenda comincia a farsi imbarazzante. Anche stavolta c'è di mezzo una casa: la casa che Sala possiede a Pontresina, in Svizzera, a due passi da Sankt Moritz.La dichiarazione che Sala firma «sul mio onore» è quella che la legge 33 del 2013, il famoso «decreto trasparenza», impone ai titolari di incarichi politici «o comunque di poteri di esercizio politico»: prevede che vengano resi noti i beni immobili e mobili, la titolarità di imprese, le quote di società, le cariche societarie. È uno strumento, per quanto grezzo, per monitorare ricchezze inspiegabili e conflitti di interesse.
E Sala lo riempie. Non dichiara nulla come quote o cariche in società, una Bmw come automobile; e, arrivato alla casella dei beni immobili, spiega di possedere una quota di alcuni terreni a Varedo, fuori Milano, e il 100 per cento di un immobile a Zoagli: è l'ormai famosa casa di cui si occupò un'inchiesta del Giornale del gennaio scorso, quella che Sala aveva fatto sistemare dall'architetto Michele De Lucchi, lo stesso che nel frattempo incassava incarichi Expo da centinaia di migliaia di euro.E qui finisce la dichiarazione giurata di Beppe Sala.Però poi accade che, qualche giorno fa, Il Fatto Quotidiano sottoponga ai tre principali candidati alle elezioni di Milano un questionario con tre domande: i rapporti con CL, l'appartenenza alla massoneria, la titolarità di conti all'estero. Corrado Passera risponde per primo, Stefano Parisi subito dopo, Beppe Sala per ultimo. E alla domanda sulle disponibilità bancarie risponde: «Ho un appartamento di vacanze a Pontresina in Svizzera e ho un conto bancario per le spese strettamente connesse all'abitazione e per nessun altro utilizzo». La casa di Pontresina fa in questo modo il suo ingresso ufficiale nella biografia di Mr. Expo. Sala, a dire il vero, aveva fatto un rapido accenno alla sua passione per l'Engadina in una intervista a Panorama del settembre scorso, quando per descrivere i suoi rapporti di confidenza con Angela Merkel raccontava: «Abbiamo scoperto anche di passare le vacanze nello stesso posto, a Pontresina, vicino Sankt Moritz».
Ma questa passione non esattamente proletaria non compare nei profili pubblici del candidato con maglietta del Che Guevara.Avere una casa in Svizzera non è un crimine. Peccato che nella famosa dichiarazione giurata, a questa proprietà Sala non faccia cenno. L'ipotesi più garantista è che lo stabile non rientri nelle categorie di cui Sala dovesse fare menzione. Potrebbe trattarsi, per esempio, di una casa in affitto; oppure di uno stabile di proprietà della moglie, Dorothy De Rubeis, avvocato nel superstudio legale Orrick, uno dei venti più grandi del mondo. Per togliersi il dubbio, bisogna fare un salto a Sankt Moritz, dove al 10 di piazza da Scoula ha sede il Grundbuchamt, ovvero la Conservatoria dei registri immobiliari, il Catasto pubblico. E basta una semplice domanda per scoprire che il «signor Giuseppe Sala di Milano» è il proprietario di un immobile a Pontresina. Non è in affitto, non è casa della moglie: è sua. Immobile numero 2551, proprietà codice S51678. Indirizzo: La Senda 5, Pontresina.È l'indirizzo di un palazzo moderno, numerosi appartamenti. Nulla di sontuoso, anche se con i prezzi dell'Engadina il valore deve essere cospicuo.
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