La Permasteelisa, colosso “trevigiano” delle costruzioni di lusso, assume. Ma si tratta di un’offerta bizzarra, un’offerta che in Italia non ha precedenti: l’annuncio si rivolge solo ai profughi.
L’azienda di rivestimenti architettonici, fondata quasi mezzo secolo fa dall’imprenditore Massimo Colomban e recentemente acquisita dal gruppo Grandland di Shanzen, per 467 milioni, in collaborazione con la prefettura di Treviso e le coop che gestiscono l’accoglienza, avrebbe già iniziato a vagliare i curriculum dei migranti. Sarebbero 15, secondo le indiscrezioni trapelate, le candidature sinora presentate all’attenzione dell’ufficio risorse umane. Tra i requisiti richiesti, oltre alla conoscenza delle lingue e ad un diploma professionale, c’è infatti il riconoscimento della protezione internazionale.
Insomma, ce n’è abbastanza per accendere più d’una polemica. Tanto che persino la Cgil di Treviso ha sollevato qualche perplessità: “L’iniziativa ci risulta nuova – afferma dalle colonne de La Tribuna di Treviso Nicola Atalmi, delegato all’immigrazione della Cgil – immagino che un’azienda come Permasteelisa abbia bisogno di personale qualificato e preparato. Se tra i richiedenti asilo c’è personale simile ben venga”. E, allora, Atalmi sottolinea: “Do per scontato che si parli di contratti regolari, ma evidenzio che in questo caso anche molti trevigiani sarebbero interessati a lavorare per la multinazionale. Certo a parità di condizioni e preparazione italiani e migranti sono tutti uguali”.
Il perché dell’esclusione dei cittadini italiani potrebbe esser spiegato dal tenore dell’annuncio, rivolto a lavoratori che “abbiano abilità psico-fisica al lavoro in cantiere e disponibilità al lavoro in turno, e anche notturno”. Si tratta, forse, dei “famosi lavori” che - secondo la vulgata buonista - “gli italiani non vogliono più fare”? Chissà. Resta da capire se, oltre ad aprire le porte agli ex richiedenti, La Permasteelisa abbia scandagliato senza successo anche liste di disoccupazione, uffici di lavoro interinale o altri canali convenzionali.
Lucia Borgonzoni, pasionaria della Lega Nord, invece non ha dubbi. Si tratterebbe di un vero e proprio “piano di sostituzione”.
Quello denunciato in più occasioni dallo stesso Matteo Salvini, secondo cui “è in corso un tentativo di sostituzione di popoli per far lavorare schiavi a tre euro l’ora”. Così la salviniana doc, dal suo profilo Facebook, lancia l’allarme: “Permasteelisa, ora sotto il controllo cinese, con il benestare della Prefettura assumerà ‘profughi’ al posto degli italiani”.
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