Il codice sulle Ong continua a tenere banco e divide il governo. Ad accendere la miccia è stato il trasbordo di 127 migranti in acque internazionali dalla Vos Prudence di Medici senza frontiere a due unità della Guardia costiera, che li hanno poi fatti sbarcare a Lampedusa. Ed è qui che si è verificato il primo scontro tra il ministero dell' Interno e quello dei Trasporti e delle Infrastrutture. Perché, come spiega il Corriere della Sera, "Minniti ha disposto che, in caso di richiesta di autorizzazione di entrare in porto da parte di una nave di una Ong che non ha voluto firmare il Codice, non si debba rispondere visto che il ministero è competente solo per le decisioni da prendere sulla terraferma, mentre quello dei Trasporti lo è in mare: così a quest' ultimo spetterà la scelta del porto di attracco, ma senza la sicurezza che venga poi attivata la procedura per il fotosegnalamento dei migranti e il loro trasferimento nelle strutture di accoglienza".
Insomma, se il trasbordo non è andato giù al Viminale, dall'altro lato il ministro Delrio fa presente che le regole del soccorso debbano tenere presente quelle del diritto internazionale in mare. A mettere d'accordo i due dovrà essere il premier Gentiloni che, secondo quanto riporta il Corriere, "non ha ancora preso una decisione, il Codice sulle Ong voluto dal Viminale e votato dal Parlamento al momento non autorizza quello che chiedono le opposizioni e che lo stesso ministro dell'Interno conosce benissimo. Non ci sono soluzioni facili a problemi molto complessi".
Dalla parte del Viminale si schiera invece Sergio Mattarella.
Il Presidente della Repubblica esprime "grande apprezzamento" per il lavoro svolto e per il documento firmato da alcune delle Ong e anticipa solo di poco il commento che trapela da Palazzo Chigi, dove viene riconfermata la linea del governo, ribadendo che è stata la maggioranza del parlamento ad avallare la linea sulle Ong.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.