Dell'Utri colpito perché simbolo

Mi chiedo come sia possibile far marcire in carcere un uomo di 75 anni gravemente malato e che in vita sua non ha mai fatto male a una mosca, anzi semmai ha distribuito lavoro a tanti giovani e creato ricchezza per tutti

Dell'Utri colpito perché simbolo

Marcello Dell'Utri tre giorni fa è stato trasferito dal carcere di Parma, dove da 24 mesi sta scontando una condanna a sette anni per associazione esterna, all'ospedale Pertini di Roma. È piantonato nel reparto di terapia intensiva con una grave infezione, che si aggiunge ai problemi provocati dal diabete e dalla cardiopatia di cui soffre da tempo. A 75 anni, e dopo due passati in cella, l'ex senatore, già presidente di Publitalia e cofondatore di Forza Italia, è giunto al limite delle forze. Ma nessuno pare preoccuparsene seriamente, tanto che i medici dell'ospedale romano attendono ancora di avere dai colleghi del carcere di Parma l'esito di una risonanza magnetica eseguita su Dell'Utri sette giorni fa all'insorgere dei nuovi problemi. Basterebbe un clic su un computer, ma niente accade nonostante i solleciti.

Personalmente riteniamo la condanna di Marcello Dell'Utri, per un reato neppure previsto dal codice penale (associazione esterna mafiosa, come se uno potesse essere mafioso a metà o solo un po') ingiusta e frutto di un teorema politico-giudiziario. Ma non è questo il problema di oggi. Mi chiedo come sia possibile far marcire in carcere, non si può purtroppo escludere morire, un uomo di 75 anni gravemente malato e che in vita sua non ha mai fatto male a una mosca, anzi semmai ha distribuito lavoro a tanti giovani e creato ricchezza per tutti. Mi chiedo come possa il medico di un carcere partire tranquillo per il weekend negando a un malato il documento - la risonanza magnetica - che potrebbe anche salvargli la vita. Mi chiedo fino a che punto può spingersi la tortura di Stato contro un uomo indifeso e, diciamolo, abbandonato al suo destino anche dalla maggior parte dei componenti di quella corte che fino a qualche anno fa lo corteggiava e riveriva come un re.

Marcello Dell'Utri, fatte salve eventuali responsabilità personali, paga innanzitutto il fatto di essere stato il simbolo di una stagione politica vincente.

Chiunque di quella stagione ha fatto parte, magari traendone non pochi benefici personali, ha il dovere di battersi perché il «senatore» non resti vittima, dopo che di malagiustizia, anche di malasanità. Noi, per quel poco che servirà, lo faremo.

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