Comunità ebraica contro il Papa: "Il suo messaggio è pericoloso"

Il rabbino di Segni: "Con papa Francesco aberrazione telogica". Il segretario della Cei: "Cose da anni Cinquanta"

Comunità ebraica contro il Papa: "Il suo messaggio è pericoloso"

Nell’anniversario del rastrellamento degli ebrei nel Ghetto di Roma, il 16 ottobre 1943, insieme alle corone, ai discorsi commossi, al ricordo di una memoria che tutti vogliono tenere viva, quest’anno ha preso vita anche una polemica tra il rabbino capo della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Di Segni, e il segretario generale della Cei, Nunzio Galantino.

Tutto è partito da un'intervista di Di Segni all’Espresso. Secondo il rabbino il messaggio di papa Francesco, che "viene visto soprattutto come amore, è pericoloso per l’ebraismo". "Francesco - ha detto - ripropone l’idea che con l’arrivo di Gesù, il Dio dell’Antico Testamento è cambiato: prima era severo e vendicativo, poi è diventato il Dio dell’amore. Quindi, gli ebrei sono giustizialisti e i cristiani buoni e misericordiosi. È un’aberrazione teologica molto antica, che è rimasta una sorta di malattia infantile del cristianesimo". In particolare, secondo Di Segni, benché questo Papa sia "molto interessante" e benchè con lui "si riesca a dialogare", il fatto che continui "a usare il termine 'farisei' con una connotazione negativa, può rinforzare il pregiudizio in un pubblico non preparato".

"Capisco benissimo - avrebbe replicato papa Francesco a Di Segni - io sono gesuita e anche la parola 'gesuita' fa un brutto effetto...". Sempre all’Espresso, Di Segni ha sottolineato: "Ho visto che poi ci è stato più attento".

Sseppure in risposta a una domanda fatta a margine del convegno dei giovani di Confindustria a Capri, la Conferenza episcopale non ha mancato di prendere una posizione netta. "Noi non diciamo assolutamente questo - ha commentato il segretario generale della Cei, Nunzio Galantino - queste sono cose degli anni Cinquanta. Queste cose oggi nella teologia assolutamente non ci sono".

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