Conte disarma le Forze armate nel film storico

Conte disarma le Forze armate nel film storico

La presidenza del Consiglio ha bocciato il video ufficiale del 4 novembre perché troppo combat, come se per difendere la Patria o intervenire nei conflitti bastassero le crocerossine e le cerbottane. Lo spot voluto dal ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, una volta tanto rendeva onore ai nostri militari. Il 4 novembre non è solo la giornata dell'unità nazionale e la festa delle Forze armate, ma anche la giornata per ricordare la vittoria della Grande guerra. E quest'anno ha un significato ancora più importante essendo passati 100 anni da quando i soldati italiani si sacrificarono sul Piave.

Da Palazzo Chigi è arrivata nei giorni scorsi l'incredibile bocciatura allo spot ufficiale. Il video «evidenzia in modo marcato il ruolo delle forze armate, l'eroismo e la solitudine del militare» e per questo non va bene. In pratica non si vuole uscire dallo stereotipo del «portiamo le caramelle ai bambini» in stile Ong o di poliziotti in mimetica per Strade sicure. Si punta il dito contro il video «incentrato sul testo di una poesia dedicata ad un veterano del Vietnam» come se fosse una colpa. Le immagini troppo operative fanno paura anche se per mantenere la pace bisogna spesso tirare il grilletto.

L'aspetto paradossale è che lo spot era stato realizzato dal precedente governo, ma il ministro della Difesa Roberta Pinotti, pure lei intimorita, lo ha lasciato in un cassetto. Poi è stato rieditato in alcune parti per valorizzare i nostri militari. Fonti della Difesa spiegano a il Giornale «che una lettera di risposta sottolinea il carattere non guerrafondaio del video basato su immagini tratte da momenti addestrativi ed esercitazioni. E si chiede di rivalutare la decisione per la messa in onda dello spot».

Al momento il primo filmato per lanciare la campagna del 4 novembre è «un simpatico video» postato sulla pagina Facebook del ministro della Difesa. Sinceramente disarmante. Non si scorge una sola arma, come se le Forze armate fossero un allegro gruppo di boy scout che aiuta il prossimo. Tre simpaticoni e un'edicolante ringraziano i militari per le missioni all'estero anche se non si vede neppure uno dei nostri in Afghanistan dove abbiamo sputato sangue e sudore per anni.

La sfilza di divise che si susseguono con frasi un po' fatte assomiglia ad una sorta di Protezione civile rafforzata piuttosto che alle Forze armate.

Meglio che il ministro lasci perdere i «simpatici video» e si concentri sulla battaglia a favore dello spot combat che avrebbe dovuto ridare l'orgoglio alle nostre Forze armate cento anni dopo la Grande guerra.

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