Sono ore decisive in Regione Lombardia. Il governatore Attilio Fontana e l'assessore alla sanità Giulio Gallera stanno valutando con attenzione le prossime mosse da fare sulla base degli ultimi dati sull'emergenza sanitaria. "In base ai casi accertati la diffusione del coronavirus è ancora circoscritta e l'incidenza è alta in alcune aree pari a circa al 4% della popolazione regionale. Il Covid-19 per il 90% dei pazienti è facilmente risolvibile, ma - si legge nel dossier dei tecnici lombardi - nel restante 10% dei casi, soprattutto se anziani o con un quadro clinico compromesso, richiede il passaggio in Terapia intensiva".
Inoltre, "nelle zone ad alta incidenza (Codogno, Lodi, Cremona, Alzano) gli ospedali hanno dovuto affrontare situazioni emergenziali sia per l'elevato numero di casi, sia perché l'11% delle positività riguarda operatori sanitari. Fino ad oggi - ricorda però il documento - il resto della rete ospedaliera è ancora in grado di dare risposta, ma se la situazione dovesse allargarsi, gli ospedali andranno in grave crisi non solo per i ricoveri da coronavirus ma per tutti i pazienti". L'ospedale di Cremona ieri aveva lanciato l'allarme: il numero dei contagi sale e nel nosocomio "non sappiamo più dove mettere pazienti", avevano rivelato alcune fonti sanitarie.
Dalla Regione si sottolinea che "dalle prime evidenze ogni soggetto positivo trasmette il Covid-19 ad altre due persone". E così il governatore Fontana e l'assessore Gallera potrebbero chiedere una proroga delle misure sulla chiusura delle scuole e sul contenimento delle aggregazioni sociali. In questo modo, ricorda il Corriere, si raggiungerebbero i 14 giorni considerati fondamentali perché corrispondono al tempo di incubazione del virus. "È acclarato che il problema di questo virus non è il tasso di mortalità, ma la velocità di contagio - ha dichiarato Fontana -. Non tutti i casi, fortunatamente, sono gravi, ma tanti richiedono un ricovero ospedaliero, impegnando posti letto che sono destinati all'attività ordinaria delle strutture".
"Le malattie che richiedono un ricovero in Terapia intensiva - spiega ancora la Regione Lombardia - sono molteplici e possono verificarsi in tutte le età".
Per tutti questi motivi - conclude la nota - "è stato necessario adottare le misure restrittive previste dal DPCM del 25 febbraio che, alla luce dei dati ad oggi disponibili, si sono rivelate corrette in quanto consentono di contenere, o perlomeno rallentare, la diffusione del virus".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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