L'Italia è un Paese strano. Strano perché s'impegna così alacremente per il futuro degli immigrati da dimenticarsi dei suoi cittadini. In questo bizzarro, assurdo Paese, per esempio, succede che la Regione Piemonte finanzi con soldi dell'Ue dei corsi professionali per i disoccupati della provincia di Biella e decida di assicurare agli immigrati più diritti che agli italiani. Ai primi darà 400 euro per partecipare alle lezioni, ai secondi nulla. Con buona pace per l'uguaglianza.
I corsi professionali gratuiti
Vediamo i dettagli dell'intelligentissima decisione. Il Piemonte ha a disposizione diverse decine di milioni di euro provenienti dal Fondo Sociale Europeo (FSE, programma 2014-2020) per attuare politiche al fine di ridurre la disoccupazione, in particolare quella giovanile. E così elargisce finanziamenti per corsi di formazione in diversi ambiti, dal tessile al turismo, passando per la gastronomia. Sperando di dare un futuro agli inattivi.
A presentare i progetti nelle diverse realtà locali sono società o aziende attive del settore della formazione, che poi vengono supportate economicamente dal fondo FSE. A Biella si è fatta avanti la Città Studi Biella, un ente che si occupa di "formazione, ricerca e diffusione della innovazione tecnologica" e vanta tra i soci l'Unione industriale biellese, la Provincia, il Comune e pure la Camera di Commercio. I "corsi gratuiti formativi" istituiti nell'anno accademico 2016/2017 sono divisi in diverse categorie: chi ha un diploma può sperare di diventare un perito tecnico, un tecnico dell'abbigliamento oppure buttarsi sull'accoglienza turistica; chi ha già una qualifica si dovrà accontentare di un corso specializzato in "paghe e contributi"; chi infine ha solo la licenza media, apprenderà come rammendare un tessuto o come tagliare gli affettati al banco alimentari. In ogni caso sono previste ore di stage. Per gli stranieri (ovviamente) è stata pensata una sezione interamente dedicata loro: se sei disoccupato ed hai il permesso di soggiorno puoi partecipare alle 500 ore di lezione (di cui 200 di stage) e diventare un addetto alle vendite. In gergo: "commesso".
Agli stranieri i soldi, agli italiani no
Bene. I corsi sono gratuiti per tutti (previa selezione), ma per gli immigrati c'è un incentivo in più: 400 euro di "indennità" per chi frequenta almeno 2/3 delle lezioni. Agli italiani, invece, non spetta nulla. Zero. Nisba. Manco un euro. Anche se non saltano neppure mezz'ora di spiegazione.
Non si comprende bene il motivo di tanta disparità di trattamento. "Il lavoro è la cosa più importante della vita - denuncia Michele Mosca, segretario provinciale della Lega Nord - Eppure anche in questo settore riescono a discriminare gli italiani, facendo favoritismi agli stranieri". "Ormai la politica buonista del nostro paese ci fa assistere ogni giorno a situazioni del tutto vergognose", aggiunge il consigliere comunale Giacomo Moscarola (Ln), senza andare molto lontano dalla realtà.
Evidentemente al Presidente Sergio Chiamparino (Pd) va bene così. I corsi non hanno ancora ottenuto formalmente i finanziamenti dell'Ue, ma accadrà sicuramente. Come sempre. E come sempre i migranti se la passeranno meglio. Non è la prima volta infatti che la sinistra biellese beffa chi è nato nel Belpaese. L'unico caso in cui italiani e stranieri sono stati messi sullo stesso piano risale al lontano 2010, quando la Lega Nord era in maggioranza nel consiglio provinciale. L'assessore incaricato di gestire gli investimenti (circa 12 milioni di euro) era proprio Michele Mosca, il quale cancellò la "folle discriminazione" annullando il contributo in favore dei migranti. "Eravamo in piena crisi economica - dice - e non capivo perché dovessimo mantenere una simile norma 'razzista'". Razzista al contrario.
Razzista nei confronti dei disoccupati italiani, cui avrebbero fatto (molto) comodo quei 400 euro.Quest'anno il Pd ha deciso di ritornare alle origini, re-introducendo l'indennità di formazione per stranieri. I cittadini protestano, inutilmente. Ma si sa: in Italia è più bello essere immigrati.
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