Lucio Chiavegato, Augusto Zaccardelli e Mariano Ferro. Nomi forse sconosciuti ai più, ma che stanno dietro al Movimento dei forconi.
Uno, Lucio Chiavegato, è artigiano, presidente dei "Liberi imprenditori federalisti europei" del Veneto e coordina il movimento al Nord. Un altro, Augusto Zaccardelli, è segretario nazionale del "Movimento autonomo degli autotrasportatori"e si occupa del Sud. Infine c'è Mariano Ferro, "inventore" dei forconi e leader in Sicilia e ex candidato alla presidenza della Regione, oltre che imprenditore agricolo. Sono loro le teste del gruppo, anche se - stando a quanto si legge sulla pagina Facebook - l'organizzazione è fatta di "agricoltori, pastori, allevatori stanchi del disinteresse quando non del maltrattamento da parte delle istituzioni.
A ideare ilmovimento, in realtà, è stato Felice Floris, allevatore sardo e capo dell’associazione dei pastori sardi, da una frase di Mariano Ferro che aveva detto "dobbiamo prenderli a forconate". Ne è nata così un'associazione di agricoltori, pastori, allevatori che si definisce "apartitica", nonostante la presenza di alcuni esponenti di Forza Nuova e dell'estrema sinistra che ha fatto scalpore.
I Forconi si erano già fatti sentire tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012, quando da Nord a Sud organizzarono serrate, sciopero a oltranza e blocchi stradali, soprattutto in Sicilia. La protesta era partita dalla Sicilia, ma si era allargata a macchia di leopardo al resto d'Italia, anche grazie all'adesione degli autotrasportatori, che provocarono la paralisi del trasporto su gomma dell'intero Paese, a partire dai rifornimenti di carburante.
Poi c'è la protesta di questi giorni, che se la prende in particolare con il governo Letta e le politiche di austerity. A capo c'è Danilo Calvani, agricoltore di Latina che insieme a alcuni colleghi e qualche camionista ha organizzato la manifestazione che dovrebbe durare - nelle loro intenzioni - fino al 13 dicembre. "Equitalia va chiusa, l'alta finanza rimossa, l'euro cancellato", dice al Corriere della Sera, aggiungendo che il movimento vuole chiedere la caduta di governo, Parlamento, Presidente della Repubblica e tutte le istituzioni. Altrimenti "sarà sciopero a oltranza", minaccia.
Nonostante i blocchi e la risonanza mediatica della protesta fossero durati solo pochi giorni - anche a causa di pressanti accuse di infiltrazioni mafiose - il movimento è rimasto in vita ed è sfociato nella manifestazione "Fermiamo l'Italia" iniziata oggi. Presidi e disagi sono tornati all'ordine del giorno, ma l'impressione è che l'organizzazione abbia perso la propria forza.
Probabilmente anche a causa dell'eccessiva genericità della protesta che raccoglie un po' tutti gli aspetti di malcontento sociale e si scaglia contro tasse, governo, disoccupazione, classe politica e chi più ne ha più ne metta al grido - ormai inflazionato - di "Tutti a casa", senza peraltro suggerire soluzioni efficaci.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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