Il Sinodo sull'Amazzonia si terrà in ottobre, ma poiché si discuterà del futuro della Chiesa cattolica era legittimo attendersi che l'argomento divenisse d'attualità sin da oggi.
Sarà un appuntamento centale: per quella parte di mondo potrebbero essere approvati i "viri probati", cioè, in estrema sintesi, si potrebbe disporre sul fatto che uomini di chiara fede, ma sposati in passato, divengano a tutti gli effetti dei sacerdoti o almeno dei facenti funzione. Poi - segnalano con una certa preoccupazione da parte tradizionalista - il provvedimento può essere esteso altrove. Il calo delle vocazioni, del resto, pone papa Francesco e le gerarchie ecclesiastiche dinanzi a una scelta. Laicizzare la vita delle parrocchie - come sembra volere per esempio la Conferenza episcopale tedesca, con in testa il cardinale progressista Rehinard Marx - è una delle strade percorribili. Ma c'è pure chi parla di eventuale "rottura".
Le questioni sul banco, in linea potenziale, sono più d'una. Bisognerà vedere, nel corso del tempo, quali discussioni saranno all'ordine del giorno. Per ora si tratta di voci: si va dall'ambientalismo al baricentro del cattolicesimo nel mondo, che si è spostato dall'Europa al Sud America. Qualcosa si può apprendere nei punti sollevati sollevati dal vescovo Adveniat Franz-Josef Overbeck, come si legge su Katolisch.de. Il presule parla di cambiamento in relazione all'eurocentrismo ecclesiale. Dal Sinodo sulla Famiglia a oggi, Jorge Mario Bergoglio è stato spesso accusato dai cattolici conservatori. La settimana scorsa è addirittura emersa una lettera che accosta il papa a eresia. Questa occasione, rispetto alle critiche, non dovrebbe fare eccezione.
Pure perché, per alcuni, la approvazione dei "viri probati" non è altro che il preludio al termine del celibato obbligatorio. Quel "niente più sarà come prima" del vescovo citato assomiglia a un monito. La Chiesa, che vive una fase complessa della sua storia, pare prossima a un ennesimo scontro interno.
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