Perseguitati e costretti a pregare nel silenzio, senza farsi vedere dai musulmani. La storia che emerge dalle bidonville dei lavoratori stagionali nei campi di pomodoro in Puglia fa riflettere. Protagonisti della vicenda circa 300 immigrati africani di fede cristiana. "Abbiamo paura, sì. Da due anni la domenica preghiamo tra di noi senza farci vedere", raccontano in un'inchiesta de L'Espresso ancticipata da Repubblica,. Una situazione paradossale che a quanto pare va avanti da tempo. Un nigeriano che ha rimediato una croce con dei legnetti racconta: "L'abbiamo fatta con i resti della baracca della fedele che ogni domenica ospitava la messa. La baracca l'hanno bruciata una notte di due anni fa. Poi qualcuno ci ha fatto capire che, se non volevamo altri incendi, non dovevamo pregare davanti ai musulmani. Anzi non dovevamo proprio farci vedere. Noi siamo una minoranza. Trecento contro duemila, troppo pochi. Così per paura abbiamo dovuto rinunciare alla messa. Solo a Pasqua abbiamo chiesto che venisse un prete. Almeno a Pasqua. Per il resto, preghiamo di nascosto. Loro hanno 3 moschee qui. Ma nessuna baracca può essere usata come chiesa". Ma chi perseguita questi crisiani che vogliono pregare? A quanto pare sarebbero alcune "spie di caporali" di fede musulmana. "Africani anche loro, che per ora non hanno dichiarato la loro vicinanza a Boko Haram o Isis". "Oggi ci dicono che non vogliono vedere croci o immagini di Gesù. Papa Francesco dovrebbe venire qui e scoprire con quanta fatica viviamo".
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