Non c'è nulla, nemmeno la morte della sorella per mano islamica a Dacca, che possa far nascere odio nel cuore di don Luca Monti. Un prete, cresciuto nel messaggio del Vangelo di pace, contro l'islam che ha dichiarato guerra all'Occidente. Che ha macellato sua sorella. Che ha spezzato la vita del bambino che Simona portava in grembo.
Il parroco fratello di una delle vittime di Dacca
Ma se l'odio non può prevalere, questo non significa sia necessario sposare il buonismo di chi vuol far credere che la colpa non sia dell'islam. Che il Corano c'entri poco o nulla. Che non ci sia differenza tra noi e loro. Don Luca Monti lo ha detto chiaramente in un messaggio pubblicato sulla pagina Facebook della Diocesi Sabina, appena sotto la foto della sorella uccisa perché non sapeva il Corano. "Una martire", dice il post della diocesi. Come il figlio che portava in grembo.
"Più che piangere mia sorella che non c'è più - dice don Luca - piango questo mondo bagnato di sangue e ubriaco di violenza. Alla vostra religione del terrore rispondo con il Vangelo del perdono, sperando che questo 'martirio' familiare e il sangue di Simona contribuisca a creare un mondo più giusto e fraterno.
L'amore di Dio regna e con esso la fede nella resurrezione. Grazie a tutti. Don Luca Monti".Non serve altro. Non servono commenti. Solo seguire l'esempio di chi "alla vostra religione del terrore risponde con il Vangelo". Senza buonismi.
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