David sgozzato da un immigrato, il governo nega risarcimento: "Guadagnava troppo"

Il governo esclude la famiglia di David dal risarcimento perché "guadagna troppo". Appena 13mila euro all'anno. L'avvocato: "Uno scandalo"

David sgozzato da un immigrato, il governo nega risarcimento: "Guadagnava troppo"

David Raggi era un ragazzo di Terni. Viveva tranquillo nella sua città in Umbria fino a quando un immigrato clandestino lo ha sgozzato. Amine Aassoul, invece, aveva 30 anni nel marzo dell'anno scorso quando ha preso il coltello e lo ha affondato nel collo di David (27 anni). Era clandestino, in attesa del pronunciamento del giudice sul ricorso contro il diniego di asilo politico. La famiglia di David, ora, vorrebbe ottenere il risarcimento, ma non può. Gli è stato negato.

Sgozzato da un immigrato, ma senza risarcimento

Il governo, infatti, ha escluso i genitori di David dall'indennizzo riconosciuto dal governo per le vittime dei reati violenti e internazionali. Il motivo? David guadagnava troppo: 13.500 euro all'anno. Poco più di mille euro al mese. Troppo, per il governo Renzi, se vuoi ottenere un sussidio dallo Stato dopo che sei stato ucciso in strada.

La legge 122 approvata nel luglio scorso, infatti, prevede che per ottenere il risarcimento la vittima debba avere un reddito inferiore agli 11.528 euro. L’avvocato della famiglia, Massimo Proietti, ha definito la norma "una vergogna, anzi una elemosina che è anche non costituzionale". "In sostanza – spiega l’avvocato Proietti, riportato da Umbria24 – per poche centinaia di euro la famiglia Raggi, che ovviamente è molto contrariata, a questo punto è fuori dal sussidio ed è oggettivamente una vergogna. Non capisco come si possano distinguere morti e morti sulla base di un reddito. Per quanto ci riguarda comunque andremo avanti per vie legali visto che presenteremo istanza".

Ma non è tutto. Si legge nella norma che per ottenere il risarcimento è necessario che "la vittima abbia già esperito infruttuosamente l’azione esecutiva nei confronti dell’autore del reato per ottenere il risarcimento del danno dal soggetto obbligato in forza di sentenza di condanna irrevocabile o di una condanna a titolo di provvisionale, salvo che l’autore del reato sia rimasto ignoto". Insomma, lo Statoi paga, ma solo se non può farlo l'eventuale condannato. Senza contare, ovviamente, che questo obbliga le famiglie delle vittime ad attendere la conclusione dei processi che, come noto, in Italia sono praticamente infiniti.

Non bastano questi elementi a definire l'assurdità della situazione. Il fondo in questione, infatti, è stato privato della sua capacità di spesa. Riducendolo così a una farsa. "Quest’ultimo - spiega l'avvocato - è stato accorpato al già esistente fondo per le vittime dei reati di mafia, estorsione ed usura, con un’integrazione di appena 2 milioni e 600 mila euro l’anno. Si tratta di una cifra insufficiente a soddisfare tutte le richieste e, tra l’altro, al momento non ci sono previsioni né sull’entità dell’indennità, né sulle modalità e i tempi di erogazione. È quindi un fondo che di fatto non risarcirà nessuno, un’elemosina e una presa in giro".

La famiglia porta Alfano e Renzi in tribunale

Alcuni mesi fa i genitori di David avevano dato il via ad una causa legale contro il ministero dell'Interno e della Giustizia perché l'assassino, espulso dall'Italia nel 2007 e rientrato irregolarmente, non sarebbe dovuto essere in quella strada. Non avrebbe dovuto avere la possibilità di sgozzare david. Amine Aassoul aveva sommato reati per un totale di 6 anni e 8 mesi di carcere.

Espulso è tornato su un barcone, ha chiesto asilo, gli è stato negato e lui ha pure fatto ricorso. In attesa del verdetto del giudice, ha pensato di togliere la vita a David.

Tanto poi a negargli dignità ci avrebbe pensato il governo, escludendo la famiglia della vittima pure dall'indennizzo.

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