Dopo il “no” alla solidarietà dell’Europa sulla redistribuzione dei migranti, l’Italia ha provato a guardare altrove. Fuori dai confini dell’Ue. Venti migranti della Diciotti finiranno in Albania, che spera così di “ricambiare" l’ospitalità dimostrata in passato dal Belpaese. Bruxelles, però, sembra poco contenta dell’accordo “bilaterale” siglato tra Roma e Tirana.
Fonti europee infatti da due giorni spiegano in anonimato che "l'Italia non può inviare potenziali richiedenti asilo in Albania, a meno che i migranti non accettino il trasferimento su base volontaria". Il fatto è che la Commissione europea, nello scorso luglio, aveva bocciato una soluzione simile proposta da Austria e Danimarca. L’idea era quella di trasferire i migranti direttamente in un Paese extra Ue, senza prima valutare le richieste di asilo. L’Europa al tempo definì “poco praticabile” la procedura, perché secondo gli esperti legali rischierebbe di configurarsi come una violazione dell'obbligo di non refoulement. Il motivo? "Non è possibile secondo il diritto Ue sui rimpatri inviare qualcuno, contro la sua volontà, verso un paese di cui non è originario o attraverso cui non è transitato".
La Commissione Ue aveva addirittura definito "illegale" l'ipotesi di inviare chi arriva nell'Ue "direttamente sul territorio di un paese terzo senza alcuna forma di valutazione di una richiesta di asilo nel territorio degli Stati membri". Non solo. Nel documento Bruxelles presentava così la proposta austriaca: "In questo scenario, tutti gli arrivi irregolari (che facciano una richiesta di protezione internazionale nel territorio dell'Ue o no) verrebbero inviati direttamente nel territorio di un Paese terzo senza una forma di valutazione nel territorio degli Stati membri dell'Ue e verrebbe invece loro offerta la possibilità di chiedere asilo da lì". Secondo il documento della Commissione, "inviare un richiedente asilo in un Paese terzo senza valutare la richiesta di asilo costituisce un respingimento e non è permesso dal diritto Ue e internazionale".
In sostanza i migranti che dovrebbero finire a Tirana non potrebbero essere trasferiti in Albania "se non lo vogliono". Nell'Unione Europea – facevano trapelare fonti Ue - "ci sono regole chiare sull'asilo che sono applicabili in tutti gli Stati membri e le autorità nazionali hanno la responsabilità di assicurare che qualsiasi procedura". Il messaggio sembra chiaro. Fino a ieri sera si trattava di voci e "fonti" anonime e i portavoce si erano rifiutati di rispondere dettagliatamente sulla vicenda. "Si tratta di un accordo bilaterale" e la Commissione non ha "sufficienti elementi di informazione", ripeteva la portavoce Lucia Caudet. Nella mattinata di oggi però l'Ue è uscita allo scoperto ed è andata all'attacco dell'accordo stipulato tra Roma e Tirana.
"Per inviare i migranti a bordo in Albania, come previsto dall'accordo raggiunto tra il governo di Roma e quello dell'Italia nel caso della Diciotti, l'Italia deve ottenere il consenso delle persone", ha detto la portavoce Natasha Bertaud.
"Quando si tratta degli accordi tra uno Stato membro e un paese terzo, per conoscere i dettagli bisogna rivolgersi a loro, in questo caso le autorità italiane", ha spiegato la portavoce, sottolineando che la Commissione segue comunque "da vicino" il caso. "La legislazione europea si applica in questo caso come in altri. Ci sono più elementi da prendere in considerazione" come "il consenso delle persone e se sono o meno richiedenti asilo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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