Dichiaravano falsamente di essere residenti in Abruzzo per pagare meno di Rca, fissato il processo per quarantotto persone. Quasi tutti campani, sono accusati a vario titolo di aver fornito false attestazioni per eludere le pesanti tariffe assicurative regionali e per accedere così a quelle più leggere previste per gli abruzzesi.
Come riporta il quotidiano Il Centro, l’escamotage aveva funzionato con successo per sette anni, dal 2007 fino al 2014 quando la Procura di Lanciano – in provincia di Chieti – ha fatto saltare il banco. Al centro dell’inchiesta sono finiti gli automobilisti che presentavano ad alcune agenzie assicurative chietina documenti che ne attestavano la residenza nel territorio teatino, di volta in volta in un comune diverso. Fotocopiando documenti, gli imputati ottenevano falsi certificati di residenza (e pure falsi passaggi di proprietà, e carte di circolazione fasulle) che servivano loro ad accedere alle più abbordabili tariffe Rca previste per l’Abruzzo.
Le indagini della polizia stradale, però, hanno permesso di scoprire che quegli automobilisti abitavano tutti in provincia di Napoli.
Dal vaglio di oltre cinquecento tagliandi assicurativi, i poliziotti sono risaliti all’escamotage.Tra gli imputati, oltre agli automobilisti furbetti, ci sono anche tre intermediari assicurativi, abruzzesi. Tutti e 48, sono accusati di concorso in truffa ai danni dello Stato e di tre compagnie.
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