La sua foto a bocca spalancata mentre vomita offese contro i poliziotti è ormai su tutti i giornali. Lavinia Flavia Cassaro è suo malgrado la "professoressa" più famosa d'Italia, anche se tecnicamente "professoressa" non è. Insegna all'Istituto Comprensivo Leonardo Da Vinci di Torino, una scuola elementare nella periferia Nord della città dove fa ore di compresenza in una classe. No Tav, No Muos, antagonista e fiera antifascista.
La sua storia però è più complessa di quell'immagine che ora la rappresenta. E va guardata più dal lato militante che da quello tra i banchi di scuola. "La giovane è componente del centro sociale Gabrio", spiega un agente che ne ha seguito da vicino le mosse. "La digos la conosce molto bene e non va presentata come una professoressa impazzita durante un corteo". Nel suo curriculum ci sono "precedenti legati alla sua attività" come "occupazioni, imbrattamenti e manifestazioni di piazza".
Nata nel 1980 a Piazza Amerina, ad Enna, risultava residente a Bologna "ma di fatto domiciliata a Torino". Un verbale di identificazione per una denuncia per "imbrattamento di cose altrui" la descrive come "sposata, insegnante, conosciuta agli archivi di Polizia".
Nel suo profilo Facebook condivide più volte notizie legate alla lotta contro la Tav e alle proteste dei No Muos. La sua presenza in Val di Susa è stata registrata più volte, anche e soprattutto quando i cortei sono finiti in scontri con le forze dell'ordine. "È una delle presenze costanti ai cortei No Tav", fa sapere l'agente. "È proprio una delle anime più carismatiche di Gabrio".
"Quello che hai visto in video l'altra sera - continua il poliziotto - è quello che fa sempre". Come nel 2013, quando in un post non esitò a chiamare "vigliacco di merda" un agente costretto a sparare ad un cane che gli ringhiava contro. L'odio verso le forze dell'ordine, in fondo, lo ha espresso senza filtri durante il corteo della settimana scorsa. E il suo nome sarebbe finito più volte nei taccuini delle forze dell'ordine per gli insulti urlati in faccia ai "celerini" in tenuta antisommossa. La Digos l'ha denunciata per quel "dovete morire" finito in televisione e la segnalazione è già arrivata in procura.
Anche per questo motivo ieri il ministero dell'Istruzione ha aperto un "caso" su Lavinia Flavia Cassaro. "L'Ufficio scolastico regionale del Piemonte - ha detto oggi Valeria Fedeli - dopo aver svolto i necessari approfondimenti, mi ha informato che in data odierna è stato avviato un procedimento disciplinare". L'obiettivo è quello di capire se sia compatibile con il ruolo educativo che svolge. Ci sarebbero dei dubbi, rinvigoriti da quanto successo a Torino. Il Corriere infatti riporta la testimonianza di una mamma dell'Istituto il cui figlio, alunno alle medie, "sentiva le urla arrivare dal piano delle elementari dove c'era lei". "Gridava sempre e i bambini erano terrorizzati - spiega Claudia - finché un papà si è arrabbiato e allora finalmente l'hanno tolta dalla seconda B" per mandarla con bimbi più grandi.
Su questo punto anche gli agenti di polizia sono concordi: "Dentro le istituzioni - dice Pietro Di Lorenzo, segretario provinciale del Siap torinese - non ci può essere spazio per chi nutre e predica odio verso i poliziotti. Le deve essere impedito senza se e senza ma il prosieguo del suo percorso nel mondo della scuola".
In diretta su Matrix, Matteo Renzi si è affrettato a condannare la "professoressa dell'odio", come è stata ribattezzata.
E lei non ha esitato a rispondergli definendosi una maestra "giustamente delusa dal sistema statale, per il vilipendio quotidiano nei confronti della Costituzione, per le connivenze, ma soprattutto le pratiche fasciste, in questo Paese". Lavinia Flavia non si pente: "Oltre che un’insegnante, sono una persona e sono antifascista. Non mi vergogno della sana rabbia che tutta questa incomprensibile indifferenza scatena nel mio cuore e nella mia mente".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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