Giuseppe Santoni, commissario liquidatoredell'ex Bpel, ha tirato le somme. E ciò che emerge dopo il simbolo dell'uguale è la somma di 288 milioni di euro.
Non sono i soldi da risarcire ai clienti truffati, bensì quelli che alcuni clienti privilegiati avrebbero ritirato dai depositi di Etruria tra l'inizio di ottobre e e il 18 novembre. Guarda caso la data che precede il bail in, quel decreto del governo Renzi che ha salvato CariFerrara, Banca Marche, Popolare di Etruria e CariChieti. La Procura di Arezzo ora vuole vederci chiaro.
Si cerca di identificare i clienti che con i loro prelievi a sei zeri hanno impoverito ancor di più la banca. Si vuole capire se questi abbiano ricevuto una soffiata "privilegiata" sul destino dell'istituto bancario. Come riportano Il Messaggero e Il Corriere della Sera, la circostanza appare limpida agli occhi di Santoni che - nel ricorso presentato il 28 dicembre - scrive: "La situazione di liquidità si presenta assai critica, atteso che, secondo quanto emerge dalle informazioni dei commisari straordinari, le riserve liquide sono inadeguate, per effetto dei deflussi dei fondi che hanno interressato la banca". I conti - come ben specificato dal liquidatore - sono stati svuotati: il saldo del 18 novembre, pari a 335 milioni di euro ( circa il 4,6% dell'attivo), è diminuito di 288 milioni.
Potrebbe essere anche un caso, se non fosse che la raccolta del denaro è avvenuta in maniera massiccia e concentrata. Il procuratore di Arezzo, Roberto Rossi, vuole individuare i clienti per accertare se quesi abbiano legami con i vertici di Etruria o siano in qualche modo riconducibili a essi.
Il denaro evaporato dai conti correnti ha spinto ancora di più sul fondo la condizione della banca, che già appariva critica. Ora è quasi inutile procedere ad ulteriori indagini. L'istanza presenta al tribunale è inequivocabile: "Non servono ulteriori accertamenti, bisogna procedere subito con la dichiarazione di insolvenza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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