Mentre in Parlamento si discute di "biotestamento", Mina Welby viene indagata per il ruolo avuto nel suicidio assistito di Davide Trentini in Svizzera.
La vedova di Piergiorgio Welby aveva accompagnato, su sua richiesta, il 53enne toscano, malato di sclerosi multipla, in una clinica elvetica che pratica la "dolce morte". L'uomo, che aveva chiesto aiuto all'Associazione Coscioni perché voleva smettere di soffrire, è deceduto il 13 aprile scorso.
Al ritorno dalla Svizzera, come aveva già annunciato, Mina Welby si è autodenunciata, insieme a Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni ed esponente dei Radicali. Lo stesso Cappato a fine febbraio aveva accompagnato in una clinica Fabiano Antoniani, noto come dj Fabo, malato di sclerosi e deciso a ricorrere all'eutanasia per mettere fine alla sua vita.
"Ero pronta a sostituire Marco Cappato in quanto lui era già indagato per un altro caso precedente e temevo fosse fermato con una grande sofferenza per il malato - aveva spiegato Mina Welby quando è andata ad autodenunciarsi insieme all'esponente dei Radicali dai carabinieri di Massa Carrara - Per me accompagnare Davide è stato un dovere anche nei confronti di mio marito che mi ha chiesto di continuare quello che lui ha cominciato. Non ho più nulla da perdere in questa vita".
In seguito all'audenuncia, i due sono stati iscritti, come atto dovuto, nel registro degli indagati dalla procura di Massa per il reato di istigazione o aiuto al suicidio, in relazione alla morte di Davide Trentini. Lo ha reso noto il procuratore capo di Massa Aldo Giubilaro, che ha anche aggiunto che la procura, nel condurre l'indagine, farà solo valutazioni di natura giuridica e non politica.
style="font-size: 14.608px;">Nel frattempo prosegue la battaglia di numerose associazioni per far approvare anche in Italia una legge sul fine vita, così come aveva chiesto Davide nella sua lettera d'addio.
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