Evviva i nonni che salveranno questo Paese

Evviva i nonni che salveranno questo Paese

Oggi è la festa dei nonni che, per convenzione, sono le persone nella terza età con 65 anni e più. Essi, in Italia, sono molto più numerosi che in passato rispetto alla popolazione totale, nel 2016 sono arrivati 13,5 milioni, cioè il 22,3 per cento della popolazione, con una speranza di vita di altri 18,7 anni per i maschi, cioè sino 83 anni, e di 22 per le femmine, cioè sino a 87 anni. Gli anziani che vivono in case di loro proprietà sono 10 milioni, con un valore medio di mercato degli immobili del 18% superiore al valore medio di quello dei lavoratori dipendenti, sia perché hanno in genere case più grandi, sia perché le tengono bene. Invero, sui 25 milioni e mezzo di contribuenti, proprietari di fabbricati adibiti ad abitazione, prima o seconda casa, quelli che hanno come reddito prevalente una pensione sono 10 milioni e 200mila, cioè il 40% del totale dei proprietari. Vi è chi sostiene che siamo di fronte a uno spreco e che un aumento delle tassazioni patrimoniali degli immobili o una patrimoniale straordinaria - anche per questo - è giustificata, perché potrebbe portare alla cessione sul mercato di una parte di questa «ricchezza statica». Ma si tratterebbe di una follia, perché ci sarebbe un'altra distruzione di risparmi, dopo quelle che hanno avuto luogo a causa dei dissesti bancari, in cui sono andati in fumo molti piccoli risparmi di una vita. Colpire le api laboriose non è una buona idea. Comunque, non è vero che questo patrimonio immobiliare sia sprecato. I nonni non sono egoisti, non pensano solo a sé, ma pensano molto ai figli ed ai nipoti. E così accade che il 20% dei nonni ospiti nella propria abitazione i figli in maggiore età, mentre un'altra quota importante dà ai figli in comodato gratuito la propria abitazione principale ed abita in quella che era la seconda casa, oppure li fa usufruire di una abitazione che ha comperato per loro. Non è solo questo il contributo che i nonni danno alla società. Un terzo di loro fa da baby sitter per i nipotini: è una percentuale elevatissima (in effetti in Svezia solo il 3% dei nonni fa da baby sitter ai figli dei propri figli e la percentuale si dimezza in Danimarca), che qualcuno critica sostenendo che essa deriva dal fatto che in Italia siamo carenti di asili nido e di scuole per l'infanzia, prima di quelle dell'obbligo. Ma questa osservazione non basta a spiegare perché oltre sette milioni di nonni si prendano cura dei nipoti quando i loro genitori lavorano o cercano una pausa, per loro e gli amici. Il fatto è che le baby sitter costano. Una ricerca della Camera di Commercio di Milano, compiuta su dati dell'Istat, riguardanti il 2008-2009, aveva quantificato in 50 miliardi annui il risparmio di euro delle famiglie che fanno ricorso ai nonni anziché a servizi di baby sitter per la cura dei loro figli durante le loro assenze. Da allora la cifra del risparmio in questione è molto probabilmente aumentata. C'è poi da aggiungere che per i genitori e i loro bimbi il fatto che se ne prendano cura i nonni non è lo stesso che essere assistiti da una baby sitter, per quanto brava. C'è un legame familiare che è insostituibile. Lo dimostra indirettamente il fatto che secondo una ricerca pubblicata nel 2016 dalla rivista Evolution and Human Behavior i nonni che si prendono cura di nipoti vivono di media 5 anni in più.

Ciò dimostra che i nonni ci mettono passione e sentimento e questo allunga la loro vita e rallegra e arricchisce quella dei nipoti. Ci sono molte ricchezze importanti che non si possono comperare. I nonni hanno diritto ad essere festeggiati e la loro festa, con i figli e i nipoti, non ha prezzo.

Francesco Forte

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