È il 30 maggio scorso. Chiara Dossi, sociologa di Arco in provincia di Trento, scrive un post su Facebook chiedendo il sostegno degli amici. È indignata, e si capisce. Perché non solo è costretta a combattere contro un tumore, contro le chemio terapie che le rendono la vita impossibile. Chiara si è trovata a lottare anche contro lo l'Inps, che il 29 maggio le ha recapitato una lettera intimandole di presentarsi all'ufficio centrale di Trento. Il motivo? Quando i medici dell'Ente hanno bussato alla sua porta nessuno ha aperto.
"Io ero in casa, ma il campanello non ha suonato o io non l'ho sentito", scrive Chiara su Facebook. "Dite che non l'abbia sentito perché ho fatto una chemio due giorni prima e di solito i due/tre giorni successivi li passo abbracciando la tazza del cesso o, in alternativa, il cusino?".
Ma agli ispettori dell'Inps non interessa. "Ma cosa pensa l'Inps - scrive allora Chiara - che i gioni dopo una chemio, con una diagnosi del genere, con una malattia grave, con un PICC in un braccio vada a ballare la lap dance?". Chiara era incredula. "Con che coraggio, con che coscienza si fanno controlli di questo tipo?". Lei era a casa, non ha sentito. Ma anche se fosse stata in giro, dice, non ci sarebbe stato nulla di male. Perché tutti i medici le hanno detto che per sconfiggere il cancro ha bisogno di vedere il sole, di respirare l'aria pulita. Insomma, di muoversi. Certo non può rimanere chiusa in una casa senza nemmeno il balcone solo perché deve attendere gli ispettori dell'Insp.
Allora Chiara decide di prendere di petto la situazione. Decide di andare a Trento, come le è stato imposto. "Cara Inps - aggiunge sui social - io lunedì avrò (ma voi sicuramente lo saprete meglio di me) neutrofili e globuli bianchi a terra, ci sarà sicuramente li qualcuno pronto a firmarmi una dichiarazione che si assume tutte le responsabilità eventualmente derivanti dal farmi guirare da Arco a Trento, farmi rimanere in un posto pubblico chiuso con i neutrofili e globuli bianchi in calo? Io arrivo con la dichiarazione già scritta... poi vediamo!".
Ma non c'è stato bisogno. La sua storia, infatti, in pochi minuti ha fatto il giro del web, tanto "da non riuscire più a controllarla". È arrivata sugli schermi di consiglieri comunali e provinciali pronta ad aiutarla. E alla fine l'Inps di Trento ha dovuto cedere. Marco Zanotelli, direttore regionale dell'Inps, è andato a casa di Chiara per definire i particolari del protocollo che prenderà il suo nome. Da ora in poi, i dipendenti con malattie gravi documentate siano esentati dalle visite fiscali. "Chiediamo ai medici - ha detto Zonantelli - di seguire il percorso e la gravità della malattia".
6080007553101px; line-height: 1.538em;">Chiara ha vinto. Ora anche il Parlamento sta discutendo una legge che possa estendere a tutta Italia un protocollo che era diventato una battaglia di civiltà.
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