I verbali dei testimoni parlano chiaro. Ma soprattutto sono tra loro concordanti, in quasi tutti i particolari della vicenda che hanno portato alla morte di Emmanuel Chidi Nnamdi a Fermo. Il quotidiano Libero, oggi ha reso pubblici le deposizioni delle 6 persone che hanno assistitito alla rissa. E quello che ne emerge è una accusa che rischia di girare i riflettori dall'ultrà in carcere sulla coppia di nigeriani, ora accusati dai testimoni di aver aggredito Amedeo Mancini tanto da "volerlo ammazzare".
La testimone di Fermo ribalta tutto
Una delle testimoni, P.B. parrucchiera di 54 anni, ha detto di essersi trovata di fronte ad una scena terribile. Non ha visto l'inizio della lite, che però altri testimoni additano a Chiniary (la vedova), offesa per gli epiteti di Mancini. La testimone dice di aver fermato l'auto a fianco al luogo in cui Mancini e Emmanuel stavano litigando. "Io mi sono trovata davanti a questa scena - racconta la donna - un uomo che ho poi saputo dai giornali essere un ragazzo di Fermo che era sulla difensiva perché davanti a lui c'era un ragazzo di colore che, credo con mosse di karate o altro, e comunque alzando una gamba lo colpiva al corpo e al petto. Contestualmente, una ragazza anche lei di colore, che si trovava alle spalle di quest'uomo bianco e lo strattonava, lo tratteneva per la maglietta e lo colpiva più volte sulla testa con il tacco di una scarpa. Vorrei sottolineare che, tenuto conto che avevo entrambi i finestrini della vettura abbassati, ho distintamente sentito la donna che profferiva all'indirizzo del ragazzo bianco queste parole in discreto italiano: «chi scimmia? chi scimmia?», l'aggressione da parte dell'uomo di colore e parlo di AGGRESSIONE perché ho visto il ragazzo bianco semplicemente proteggersi dai calci che l'altro di colore gli sferrava di continuo, al punto che il ragazzo di carnagione chiara stesso è indietreggiato. A quel punto, tutti e tre: i due di colore e il bianco si sono protratti verso di me, tanto da giungere in corrispondenza della mia vettura più precisamente sul bordo strada alla mia sinistra: ribadisco che a un certo punto i tre si trovavano a un paio di metri da me e così ho potuto notare l'uomo di colore che tirava calci, mentre la donna continuava a colpire il ragazzo bianco con la scarpa sulla testa e mi sembra di ricordare con un morso sulla spalla".
Anche sull'uso del palo della segnaletica stradale, che Chiniary ha sempre sostenuto fosse stato usato da Mancini (per poi ritrattare), la testimone concorda con la versione dell'ultrà e degli altri presenti. "In quel frangente, mentre la donna colpiva con la scarpa, l'uomo di colore ha preso da lì vicino un paletto della segnaletica: più precisamente quello con la freccia bianca e il fondo blu e con quel segnale l'uomo di colore ha spinto (dapprima con il paletto) l'uomo bianco che indietreggiando ha perso l'equilibrio, e subito ha scagliato contro questo stesso uomo bianco il paletto. Quel paletto lanciato, lo ha colpito sul fianco e sulla spalla sinistra tanto da far cadere in terra il ragazzo bianco. Quello di colore e la ragazza, pure lei di colore, nonostante l'altro fosse a terra hanno continuato a picchiarlo. Lui ancora con calci e lei con la scarpa sul corpo. A quel punto io ho chiamato il 112 dicendo quello che stava accadendo. Credo di avere detto: «Correte! Lo ammazzano! Lo ammazzano!», riferendomi al bianco. Dalla memoria del telefono posso dirvi con certezza che erano le 15 e 07 minuti quando ho chiamato i carabinieri, sta di fatto che a quel punto ho notato un secondo ragazzo bianco che nel frattempo era intervenuto con lo scopo di evitare che quello a terra venisse nuovamente colpito dall'uomo di colore e dalla donna di colore".
La morte di Emmanuel
Lo ammazzano. La testimone aveva paura che Mancini potesse farsi del male, tanta era la violenza con cui Emmanuel e la moglie lo colpivano. "Ricordo - continua la donna - che quest'altro bianco aveva detto a voce alta: «Amedeo lascia perdere, è una donna, non reagire!» e sto Amedeo non ha reagito. Sempre il bianco più basso di statura, forse suo amico, ha cercato di aiutare Amedeo che era a terra ad alzarsi, lo ha fatto più volte cercando di aiutarlo a sollevarsi, ma non c'è riuscito perché la donna di colore continuava a colpirlo ripetutamente con la scarpa sulla parte alta del tronco accanendosi sulla testa di quell'uomo bianco più basso". Il momento della morte è drammatico. Ma anche su questo punto P.B. fornisce una versione diversa da quella della vittima. Non sarebbe stato Mancini, infatti, a raggiungere Emmanuel "che aveva concluso la rissa" (come riportato in un primo momento), ma sempre il nigeriano si sarebbe avvicinato all'ultrà che alla fine, avrebbe reagito con un solo colpo. "Questa era la scena davanti a me: avevo il ragazzo bianco che ho poi saputo trattarsi di Amedeo tifoso della Fermana Calcio che mi volgeva le spalle, alla sua sinistra la donna di colore che continuava a colpirlo con la scarpa a tacco basso, alla sua destra l'altro ragazzo bianco. Amedeo si rivolgeva alla ragazza di colore dicendole: «Guarda che mi hai fatto» e le mostrava la maglietta strappata.
A quel punto il ragazzo di colore si è avvicinato e Amedeo lo ha colpito non so se con un pugno o con uno schiaffo, ma sicuramente all'altezza del volto. Il ragazzo di colore è caduto in terra all'indietro subito dopo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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