Festa blasfema sulla Madonna. La organizzano i fan delle sardine

Il party previsto nei locali dell'Unibo scatena le polemiche. Pillon: "Offensivo". Poi viene annullato. Ecco chi la organizzava

Festa blasfema sulla Madonna. La organizzano i fan delle sardine

Un giorno in piazza a manifestare contro Salvini, l’altro a sballarsi ad una festa blasfema. A novembre l’elogio delle sardine, a dicembre l’uso della Madonna per pubblicizzare il party della "Immacolata con(trac)cezione". A Bologna ci si abitua (quasi) a tutto, è vero. Ma ancora mancava un’iniziativa per mettere “al bando la verginale santità mariana”. Così ad organizzarla ci hanno pensato quattro associazioni universitarie tra cui anche fan entusiasti delle sardine anti-leghiste.

La festa "indecorosa", antirazzista e (ovviamente) antifascista era prevista per questa sera nei locali dell’Università in via Filippo Re. Si tratta di due aule che l’Unibo concede alle associazioni studentesche per “attività culturali e ricreative” e che invece MALA educación, Link Bologna, Rethink e Uni LGBTQ volevano trasformare in una sorta di discoteca al ritmo di “electro-pop irriverente”. L’evento ha provocato la reazione indignata di studenti e esponenti del centrodestra. Per Pillon era “offensivo per tutti i cattolici del nostro Paese e non solo”, per Galeazzo Bignami (deputato FdI) uno “sfregio” contro un "simbolo della cristianità".

Le associazioni organizzatrici sono ben note a Bologna. LA MALA educación e Uni LGBTQ sono riconosciute dall’Unibo. Rethink - Collettivo di Economia nasce "dall’esperienza di Rethinking Economics" che a sua volta è accreditata in Università. Oltre all'uso dei locali in via Filippo Re, c’è pure chi incassa contributi annuali per le iniziative culturali: Uni LGBTQ, per esempio, nel 2019 ha incamerato ben 20,527,04 euro. Un bel gruzzolo. Non mancano, ovviamente, i fan delle sardine: la pagina Fb di "Link Bologna- Studenti indipendenti" nelle scorse settimane ha condiviso fotografie delle manifestazioni di Bologna e Modena. Le piazze di Santori&co. erano contro "l’odio sovranista" e le offese gratuite. Evidentemente, però, nella definizione non rientrano gli insulti contro i cattolici, Maria e i simboli religiosi. Ma la coerenza, si sa, non è (sempre) di questo mondo.

Dopo le polemiche, la festa è stata cancellata. "L’Università ha trovato un cavillo burocratico per annullarci l’iniziativa", scrivono su Facebook. In realtà, come ci spiega Dalila Ansalone di Azione Universitaria, i locali allestiti per il party sarebbero stati sbarrati ben prima dell’inizio dell’evento. "I cancelli chiudono alle 20, quindi per far iniziare il tutto alle 22 avrebbero dovuto occupare". Che sia questo il “cavillo” che ha mandato in fumo i favolosi piani del venerdì sera? Chissà. Gli organizzatori, intanto, se la prendono con "bigottismo e repressione": "Non sia mai che qualcun* ad una festa come la nostra - scrivono - avesse potuto parlare di sessualità consapevole e delle conseguenze del sesso non protetto a una giovane Maria di Nazareth, la donna nella relazione poliamorosa più famosa di tutti i tempi che ha avuto ‘addirittura’ un figlio fuori dal matrimonio".

Intorno alle 13 si sono ritrovati per ribadire che "la censura non ci ferma" (ma quale censura?). E su Facebook hanno fato vita ad uno shitstorm sullea pagina del senatore Pillon con fotografie di contraccettivi e preservativi vari.

"Non capisco perché una persona che non crede debba offendere simboli della Cristianità che per loro a quel punto nn dovrebbero significare alcunché - conclude Bignami - Liberi di non avere fede, ma non di offendere. La libertà di culto non è libertà di offesa". I fan delle sardine dovrebbero saperlo.

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