Non ce l'ha fatta il 29enne travolto domenica da un'auto, a Firenze, durante una violenta lite, con tanti di colpi di pistola in aria, avvenuta tra alcune persone di etnia rom. Una lite che sarebbe scoppiata, nella periferia del capoluogo toscano, per un regolamento di conti. Duccio Dini non ce l'ha fatta. Le sue condizioni erano apparse subito molto gravi quando, poco dopo l'investimento, era stato trasportato in ospedale. Quando è stato travolto il giovane stava andando a lavoro, in scooter, in un negozio che vende articoli per i tifosi della Fiorentina, la sua squadra del cuore. Era fermo a un semaforo rosso quando l'auto, a tutta velocità, l'ha spazzato via. Dopo ore di cure disperate il suo cuore ha smesso di battere. I genitori hanno autorizzato l'espianto degli organi.
La lite violenta era scoppiata tra quattro rom nel campo del Poderaccio, a Firenze. Due di loro, Amet Remzi (65 anni) e Mustafa Dehran (36 anni), la sera di domenica sono stati arrestati con l’accusa di lesioni gravissime (ora l'accusa verrà riformulata).
Profondamente scosso per quanto accaduto il sindaco Dario Nardella ha proclamato il lutto cittadino: "Duccio non ce l’ha fatta. La sua battaglia per la vita è finita tra le braccia della sua splendida famiglia e degli amici. A loro va il profondo cordoglio di tutta Firenze. Per questo ho deciso di proclamare il lutto cittadino, per Duccio, come ho appena comunicato ai suoi genitori, che ringrazio anche per la decisione di donare gli organi, un bellissimo gesto di amore e di altruismo. Ringrazio i medici e gli psicologi del Comune per la loro professionalità e sensibilità. I responsabili di questo omicidio sono stati fermati già ieri grazie all’azione tempestiva dei carabinieri. Non chiamiamola fatalità. Ho fatto appello al Ministro della Giustizia per garantire il massimo impegno perché esigiamo che sia fatta giustizia. Il Comune di Firenze si costituirà parte civile nel processo che si dovrà aprire, questo è certo.
Sono amareggiato perché alcuni non hanno perso un secondo per avventarsi su questa tragedia, al solo scopo di fare polemica, mentre Duccio lottava tra la vita e la morte. Noi non lasceremo mai sola la sua famiglia e non permetteremo che qualcuno usi il loro dolore per scatenare una catena di violenza e di odio".
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