La follia del partito anti polizia: vietare agli agenti di difendersi

Le forze dell'ordine arrestano i criminali, ma spesso e volentieri questi tornano in libertà. E ormai i poliziotti temono di essere perseguiti se si difendono dagli attacchi

La follia del partito anti polizia: vietare agli agenti di difendersi

"I miei colleghi temono meno le rapine a mano armata che gli avvisi di garanzia se osano sparare. I giudici hanno una visione ideologica". È lo sfogo amaro e significato di Gianni Tonelli, ex segretario generale del sindacato autonomo di polizia, che per anni ha portato avanti le cause degli agenti, difendendo i loro diritti e il loro lavoro.

Diritti e lavoro che i poliziotti sentono talvolta calpestati dalla (in)giustizia italiana, che spesso e volentieri rilascia i criminali arrestati dagli stessi uomini in divisa – di fatto rendendo vani i loro sforzi sul campo – e che non di rado indaga sul comportamento in servizio degli stessi, paventando possibili eccessi di difesa durante gli inseguimenti e i faccia a faccia con i malviventi, specialmente in caso di scontri a fuoco.

"Il partito dell'anti polizia vorrebbe impedire agli agenti di difendersi", riporta LaVerità, che dà voce anche allo sfogo di un ex poliziotto: "In Italia, oggi, un agente rischia anche solo a chiedere un documento". Insomma, una frase emblematica che racconta di come si sentano i tutori della legge: condannati a difendere con il proprio corpo in prima linea un sistema che, invece, non li tutela. E che, per di più, dà anche l'impressione che i delinquenti riescano a farla franca in tanti-troppi casi e che per questo agiscano forti di un senso di impunità che non fa altro che far proliferare la criminalità.

Il quotidiano riporta anche un altro sfogo, che un uomo di polizia condiviso in una chat di gruppo su

un'applicazione di messaggistica: "Ma allora noi agenti che cosa ci facciamo ancora in strada? A correre, al freddo, a rischiare la pelle…". E come lui, a quanto pare, se lo chiedono molti che indossano una divisa.

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