La Regione Friuli Venezia Giulia ha cancellato il Giovedì Santo dalle vacanze scolastiche per l'anno venturo. La decisione della giunta capitanata dal vice segretario Pd Debora Serracchiani è arrivata appena tre giorni fa, ma ha già fatto in tempo a scatenare un nugolo di polemiche, anche - ma non solo - da parte dell'opposizione di centrodestra.
Già, perché la scelta di limitare le vacanze scolastiche per la Pasqua ai soli venerdì, sabato, domenica e lunedì ha scontentato molti. A partire da chi vede in questo gesto una mancanza di attenzione per la tradizione cristiana della Regione.
Il coordinatore giovani regionale per Forza Italia, Nicolò Fantin, parla ad esempio "dell'ennesima scelta incomprensibile ed inaccettabile imposta dall'alto che non vuole guardare in faccia a nessuno."
"È dall'inizio del mandato di questa pessima amministrazione regionale che assistiamo a decisioni prese per pura ideologia, anziché secondo il buon senso comune. Siamo di fronte a un vero e proprio sfregio alla nostra identità, alle nostre tradizioni, alla libertà, in una regione fortemente cattolica come la nostra."
Anche gli insegnanti insorgono
Ma non è solo la politica a esprimere perplessità: anche da parte del mondo degli insegnanti sono in molti ad aggrottare la fronte davanti alle novità volute dalla Regione.
"La Regione ha tolto la festività al primo giorno del Triduo pasquale – spiegano ad Avvenire i triestini Edoardo Chicco e la moglie Ester Lenardon, 6 figli, lei insegnante di religione –.
Non vorremmo, a questo punto, che ci togliessero anche la vigilia di Natale. È stata una svista o forse piuttosto si tratta di un’ulteriore prova di deriva cristianofobica".Lo specchio delle divisioni che una decisione così improvvisa continua a creare nel corpo vivo della società.
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