Massimo Galli, primario infettivologo dell'ospedale Sacco e professore all’Università di Milano, in una intervista rilasciata al Corriere ha parlato della situazione che l’Italia sta vivendo in queste settimane.
"Situazione non paragonabile alla prima ondata"
Ha sottolineato che non è paragonabile alla prima grande ondata, “c’è un modesto stillicidio di casi da ricovero, ma non situazioni gravi in persone fragili, come nei mesi passati”. Gli oltre mille casi degli scorsi giorni quindi non vengono ospedalizzati e riguardano, come spiegato dal professore, soprattutto i giovani. Questi, solo in casi rari vanno incontro a una malattia grave e spesso sono asintomatici. Il problema è proprio questo. Possono infatti diventare serbatoi e trasmettere l’infezione alle persone anziane, come per esempio i nonni. Ma non per questo vanno comunque demonizzati anche perché, come sottolineato da Galli, la riapertura delle discoteche “ha significato per loro, confinati per mesi dal lockdown, una sorta di liberi tutti. Adesso bisogna correre ai ripari, magari con quarantene fatte con intelligenza, non con piglio burocratico”.
Ha poi raccomandato di usare ancora molta cautela, soprattutto in vista delle prossime riaperture che ci saranno a settembre, strutture scolastiche comprese. E questo vale sia per i cittadini che dovranno seguire le norme igieniche indicate ormai da mesi, che per il governo, che dovrebbe prendere delle decisioni il più possibile giuste. Sbagliato per il professore sia chiudere di nuovo tutto, un rischio che manderebbe ancora più in crisi la nostra economia già in ginocchio, sia riaprire in modo eccessivo rischiando di tornare indietro a un clima di emergenza sanitaria.
La ricerca prosegue
L’infettivologo ha anche affermato che la ricerca prosegue ininterrottamente e che ultimamente sono stati pubblicati più di venti lavori che aiutano a capire meglio il virus in questione. Uno di questi ha descritto i sintomi da Covid, mentre un altro le sequenze genetiche del coronavirus, dimostrando che nel nostro paese vi è un ceppo dominante e una sua variante, tesi sotenuta anche da altri esperti nei giorni scorsi. Un terzo lavoro ha invece sottolineato la relazione tra il Covid e alcune vaccinazioni, come per esempio quella anti-Pneumococco, il batterio che causa polmoniti. Parlando proprio di questo studio, Galli ha spiegato che si tratta di un lavoro pubblicato sulla rivista Vaccine, “da cui emerge un dato importante: si infetta di più con il Sars-CoV-2 chi non è vaccinato contro il virus dell’influenza o lo Pneumococco. Viceversa sembrano più protetti i vaccinati. È vero che chi si vaccina, in genere è più attento alla salute e anche alle regole di prevenzione contro il Covid, ma l’osservazione è interessante”.
Quindi, il consiglio del professore è quello di vaccinarsi il prima possibile e continuare a seguire le norme vigenti, distanziamento, lavaggio sovente delle mani e utilizzo della mascherina.
Per quanto riguarda le terapie, l’esperto ha ammesso che inizialmente sono state provate un po’ tutte, ma che adesso quella ritenuta maggiormente utile per curare le polmoniti è il Remdesivir. Anche i cortisonici sembrano avere effetti positivi. Ha assicurato di non farsi “attrarre dalle sirene della politica”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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