«Eroe per caso» è un famoso film di inizio anni Novanta. Racconta la storia di un uomo qualunque, tale Bubber, che per una serie di coincidenze ed equivoci viene indicato dai media come il misterioso signore, poi svanito nel nulla, che con eroismo salvò i passeggeri di un aereo precipitato in una notte di tempesta. Non era così, ma a Bubber non sembra vero di uscire dall'anonimato e senza fare lo sbruffone, pur ingannando tutti, interpreta la parte alla perfezione, fino a diventare un simbolo nella nazione. Non me ne voglia il presidente del Consiglio che stimiamo e di cui conosciamo l'ironia - ma questa è più o meno la storia di Paolo Gentiloni, l'uomo a cui è attribuito il merito di aver fermato l'immigrazione, di aver rilanciato l'economia (ieri un nuovo dato positivo del nostro Pil, che resta comunque fanalino di coda in Europa) e salvato i poveri con un sussidio.
Proprio come Bubber con l'aereo, Gentiloni non ha fatto nulla di tutto questo ma lui non forza, la fama e i presunti meriti li lascia scorrere: si limita a non smentire, tenendo un basso profilo, tattica vincente per non essere scoperto. Lui lo sa bene che il Pil si è mosso un pochino non per il lavoro del governo ma soltanto perché tutto il sistema Europa è ripartito; sa che l'immigrazione è stata arginata perché in Francia non c'è più Hollande ma Macron e perché a breve si voterà anche in Germania dove gli elettori della Merkel sono molto sensibili al tema; sa che la ricetta libica non è sua e neppure di Minniti ma è il copia-incolla di quella adottata con successo da Silvio Berlusconi al tempo di Gheddafi (paghiamoli a casa loro e non se ne parla più); sa, Gentiloni, che è provvisorio, che Renzi vorrebbe farlo cadere malamente e per questo sta fermo per non fornire l'alibi.
Gentiloni un impostore? No, non proprio. È bravo quanto basta e molto fortunato a essere al posto giusto nel momento giusto, a incrociare congiunture se non favorevoli almeno non avverse.
Tutto sommato è quello che ci voleva, il meno del male per dirla meglio, per traghettare questo strano Paese verso le elezioni.Chi ha visto il film sa che fine ha fatto Bubber: da «eroe per caso» a «eroe per sempre». Proprio quello che teme Matteo Renzi.
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