Quel giallo sulla caccia a Igor: "La badante poteva ospitarlo"

Nell'esposto della famiglia di una delle vittime emerge il nome di Agata, la conoscente di Igor il russo che avrebbe potuto ospitarlo

Quel giallo sulla caccia a Igor: "La badante poteva ospitarlo"

Dopo l'accusa dei familiari di Valerio Verri al comandante dei carabinieri di Ferrara, emergono nuovi particolari della vicenda della mancata cattura di Norbert Feher, alias Igor il Russo, il killer di Budrio sfuggito alla legge sette mesi fa quando, dopo aver ammazzato un barista della zona e un guardiacaccia, si è nascosto nella coltre di nebbia della bassa emiliana. Ed è scomparso.

I figli di Valerio Verri, la seconda vittima di Igor, si sono opposti alla richiesta di archiviazione riguardo l'esposto presentato per fare chiarezza su quanto successo quella sera a Trava di Portomaggiore. Valerio era in quella zona insieme a un collega (ferito) per compiere il suo impego da guardiacaccia. Improvvisamente la sua strada si incrocia con quella di Igor, già sospettato dell'omicidio di Budrio. Per sfuggire alla cattura Norbert fredda Verri. Secono i figli Francesca ed Emanuele, loro padre non sarebbe dovuto essere lì. Perché - sempre secondo i familiari - i carabinieri avrebbero già saputo che il pericoloso omicida era lui, ma non avrebbero condiviso le informazioni con le altre autorità al fine di bloccare le attività della zona (come quella dei guardiacaccia).

La sorpresa che emerge dalle carte dell'esposto della famiglia Verri, però riguarda una persona, una donna, che avrebbe potuto ospitare Igor durante la sua latitanza tra Molinella e Portomaggiore. Si tratterebbe di Agata Farkasova, una badante già finita sulle pagine dei giornali durante il processo per la morte di Pier Luigi Tartari, il pensionato ucciso a Aguscello nel settembre del 2015. Un filo rosso che lega la banda di Ivan Pajdek a Igor il russo, che della combriccola criminale avrebbe fatto parte. Come si legge nei documenti presentati dall'avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia Verri, la casa di Agata (compagna di Pajdek e zia di un altro membro della banda) sarebbe "nei pressi di una rotatoria stradale di Molinella, via Provinciale Superiore, ovvero poco distante "dall’esercizio pubblico di Riccardina di Budrio circa tredici chilometri, mentre dista cinque chilometri dal luogo dove era stato abbandonato il Fiorino utilizzato da Igor per darsi alla fuga dopo la commissione dell’omicidio della guardia volontaria Valerio Verri".

Perché torna alla ribata il nome di Agata? Semplice: secondo l'avvocato della famiglia Verri, questa sarebbe stata una "valida pista investigativa. Si sarebbe potuto controllare la presenza di Igor in quel posto, come è probabile che sia avvenuto, considerando che rimase ferito durante la rapina del primo aprile e necessitasse cure".

È stato fatto? I carabinieri e le forze dell'ordine hanno battutto tutte le poste possibili? Secondo la procura di Bologna, secondo quanto riporta il Resto del Carlino, le insinuazioni della famiglia Verri sarebbero lontane dalla realtà. Gli inquirenti, trapela dalla procura, misero sotto controllo tutti gli amici e conoscenti di Igor e in quei giorni non vi sarebbero stati contatti.

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