È una situazione surreale quella denunciata oggi dal Giorno. A Livorno i poliziotti sono costretti a sborsare di tasca propria i soldi che servono per coprire le spese di missione per per rimpatriare gli immigrati irregolari. "Per la sicurezza dei cittadini livornesi o pagano i poliziotti o gli stranieri irregolari rintracciati restano liberi di circolare sul territorio", ha denunciato il segretario generale provinciale del Sindacato italiano unitario lavoratori polizia (Siulp), Angela Bona. Non si tratta di una tantum, ma di un problema che si ripete a cadenza regolare. E, anche se il ministero degli Interni "deve corrispondere agli agenti un anticipo", alla fine di ogni anno "non ci sono i soldi perché il bilancio viene chiuso intorno a Natale". A tutto questo, come spiegato sempre al Giorno da Felice Romano, segretario generale del Siulp, oltre al danno economico si aggiunge la beffa del fatto che i rimpatri volontari aumentano sotto Natale quando "gli stranieri vogliono essere rimpatriati a nostre spese per passare le vacanze con la famiglia".
Non è la prima volta che i sindacati di polizia denunciano lo stato in cui le nostre forze dell'ordine sono ormai costretti a operare. Adesso, però, oltre a dover anticipare i soldi per fare il pieno alle volanti, si vedono addirittura costretti ad anticipare i soldi per le missioni. Il caso denunciato dall'inchiesta pubblicata oggi dal Giorno non è affatto isolato. Anzi, secondo Romano, le segnalazioni si fanno sempre più all'ordine del giorno. E a rimetterci sono sempre gli agenti. È vero che, come spiega lo stesso sindacalista, è stato creato un fondo per le Questure, ma i soldi della direzione della polizia per l'immigrazione arrivano solo ogni sei mesi. "Quando il fondo si esaurisce, paghiamo di tasca nostra o si verificano casi come Livorno", spiega il numero uno del Siulp svelando, senza troppi giri di parole, che questa mancanza di risorse permette a svariate centinaia di clandestini di andarsene in giro per il nostro Paese senza alcun controllo.
I problemi non sono legati solo alla mancanza di fondi. Nell'intervista al Giorno Romano smachera tutte le falle dal decreto voluto dall'ex ministro dell'Interno Marco Minniti (Pd). Quella legge, a suo dire, concede alla polizia "tempi strettissimi per identificare l'immigrato, avere l'ok del giudice, certificarne la salute all'ospedale e condurlo nei Centri di accoglienza o espellerlo". In questo modo si trovano a dover combattere contro una "macchina burocratica talmente paludosa" che permette agli irregolari di tornarsene subito liberi anche quando hanno il foglio di via in tasca. Tra questi potrebbero anche esserci alcuni foreign fighter. "Pochissimi di quelli che vengono invitati a ripresentarsi poi lo fanno".
Si limita a farlo solo chi vuole appunto sfruttare le pieghe di questa macchina burocratica farraginosa. Ovvero chi punta ad essere rimpatriati "a nostre spese per passare le vacanze con la famiglia". Tanto che, dati alla mano, a Natale si registra sempre un vero e proprio boom.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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